Milano Intanto, è stata bloccata la partecipazione di Mario Monti a Domenica In nello spazio seguitissimo di Massimo Giletti. Che, per uno che si sente l'incarnazione del rigore, deve essere stata una bella botta. Insomma, la par condicio deve valere per tutti. Per Berlusconi, come per Monti. Se il primo la scorsa settimana era stato accusato di invadere il video, il secondo non può essere trattato diversamente. E lo dice, con timbro decisamente forte e quasi con rabbia, non un esponente del Pdl, ma Sergio Zavoli, presidente della commissione parlamentare di vigilanza Rai, un uomo storicamente non certo vicino alle posizioni di destra.
Zavoli, ieri, durante l'infuocato dibattito per l'approvazione del regolamento della par condicio in vista della campagna elettorale che si apre ufficialmente l'11 gennaio, è sbottato duramente contro i suoi colleghi e contro parte della Rai. «Quanto più tarderemo ad approvare questa delibera, tanto più la Rai si sentirà messa in un angolo rispetto al rapporto con una parte dell'azienda che è in totale ribalderia rispetto alle direttive date dal Cda e dal dg». «Va chiarito - ha aggiunto - come mai i direttori di reti e testate decidano come formulare gli inviti», sottolineando che «c'è un atteggiamento recidivo e inquietante» e che «lo sgarro è palese e grave». Insomma Zavoli chiarisce: basta con l'anarchia di chi per golosità giornalista o per amicizia invita chi gli pare e bacchetta i vertici dell'azienda che non sono riusciti a tenere sotto controllo questa cattiva abitudine durante quella che si potrebbe definire «pre-par condicio». Il presidente dell'organismo bicamerale ha tra l'altro ricordato la lettera da lui inviata al direttore generale Gubitosi in cui raccomandava di applicare per intanto la delibera del 2008. Le parole di Zavoli sono arrivate dopo un intervento di Paolo Bonaiuti del Pdl che si lamentava della presenza di Monti a UnoMattina di ieri e di qualche settimana fa. In serata Zavoli ha chiarito che le sue critiche non si riferivano nello specifico a Monti, a casi particolari, «peraltro meritevoli di un franco, risoluto richiamo». E la Rai ha chiarito che la cancellazione del premier all'Arena di Giletti è riconducibile alla decisione precedente del cda di non far partecipare politici durante le feste.
Comunque, alla fine ieri il regolamento è stato approvato. Importante è il passaggio sul doppio ruolo di Monti come premier e leader politico, situazione che potrebbe aumentare gli spazi a sua disposizione. In sostanza le funzioni istituzionali saranno ridotte all'essenziale - ha spiegato a margine dei lavori il senatore Vincenzo Vita, del Pd - e quelle funzioni non potranno essere «il vettore per iniziative politiche», mentre quando Monti parlerà di Lista Monti dovrà sottostare alle regole della par condicio. Per grandi linee il regolamento ricalca quelli precedenti, con qualche variante significativa. È passata l'ipotesi sulle conferenze stampa serali sia per i leader delle coalizioni sia per i leader delle liste, e questo finirà per creare problemi ai palinsesti Rai, in particolare a Raidue che dovrà trovare spazi aggiuntivi nelle ultime due settimane di campagna e potrebbe crearsi la contraddittoria condizione che i candidati risultino più delle serate a disposizione.
Inoltre le conferenze, in onda tra le 21 alle 22,30, andranno a confliggere con il Festival di Sanremo, in programma dal 12 al 16 febbraio: i politici in onda su Raidue in quelle sere saranno svantaggiati dal fatto che il pubblico sarà concentrato su Raiuno per seguire il Festival. Si dovrà ricorrere al sorteggio, e questo scatenerà un'altra marea di polemiche.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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