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Oltre centomila sbarchi. L'anno d'oro degli scafisti

Gli arrivi del 2022 superiori a quelli degli ultimi due anni messi insieme.

Oltre centomila sbarchi. L'anno d'oro degli scafisti

Il 21 dicembre abbiamo sfondato la soglia limite e psicologica di 100mila sbarchi tornando ai tempi degli arrivi in massa fra il 2016 e 2017. Ieri il bollettino del Viminale registrava 100.985 sbarchi da gennaio, un numero superiore al totale dei due anni precedenti, che dimostra le pesanti responsabilità dell'allora ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, incapace di invertire la rotta. E le difficoltà del nuovo governo a mettere un freno all'immigrazione clandestina. Dalla Libia arriva la metà dei migranti illegali: 50.926. Il campanello d'allarme è l'impennata delle partenze dalla Cirenaica, la parte orientale del paese sotto il controllo del generale Khalifa Haftar spalleggiato dai russi. Fino al 19 dicembre sono sbarcati in Italia 18.965 persone partiti dall'Est della Libia a bordo di vecchi pescherecci, che caricano anche 400-500 migranti alla volta. Non è un caso che gli egiziani sono la prima nazionalità arrivata da noi (20.486). Dal loro paese passano in Libia e fino allo scorso luglio dovevano spingersi ad ovest verso gli hub dei trafficanti in Tripolitania, ma da quest'estate sono aumentate le partenze dalla Cirenaica. All'inizio sembrava impensabile, ma a questo punto non è escluso il tacito zampino dei russi, che puntano ad utilizzare l'arma ibrida della pressione migratoria per mettere in difficoltà l'Europa schierata con l'Ucraina. Nel mese di dicembre, non ancora concluso, solitamente fermo per le temperature invernali e il mare mosso, sono già sbarcate 6.644 persone rispetto alle 4.534 dello scorso anno ed ai 1.591 del 2020. Le Ong del mare fanno la loro parte con 11.362 migranti trasportati in Italia dia gennaio. Dalla Libia sono il 22% del totale. Gli ultimi 142 sono sbarcati ieri a Livorno da Life support, la nave di Emercency, accolti da striscioni in inglese, «Benvenuti rifugiati», anche se pochi scappano da paesi in guerra. E oggi dovrebbe arrivare Sea Eye 4 con altri 108 migranti. «Livorno solidale e antirazzista rivolge un saluto di benvenuto ai naufraghi che saranno sbarcati nel nostro porto - si legge in una nota degli estremisti di sinistra di Potere al popolo - uniamo la nostra voce alla protesta di Emergency e delle altre organizzazioni che si occupano del soccorso in mare, denunciando la manovra del governo che punta a rendere insostenibile alle Ong il costo dei soccorsi attraverso l'indicazione di porti sicuri estremamente distanti». Le Ong, che si credono al di sopra della legge, vorrebbero decidere tutto da sole scavalcando gli Stati, come se fossero agenzie di viaggio. Il comandante di Rise Above, la nave dei talebani dell'accoglienza tedeschi di Mission Lifeline, sta puntando i piedi. Il 17 dicembre sono stati recuperati 27 siriani su una barca di 10 metri con due motori fuoribordo partita da Misurata. Ogni migrante ha pagato i trafficanti per il viaggio fino in Italia fra gli 11mila e 13mila euro ciascuno. Il Viminale ha assegnato il porto di Gioia Tauro, ma i talebani dell'accoglienza si lamentano che è troppo lontano e vogliono sbarcare a Porto Empedocle. Nel frattempo sono arrivati ieri a Lampedusa altre 109 persone partite in gran parte da Sfax in Tunisia. Il paese nordafricano è un altro hub del traffico di esseri umani con 30.261 arrivi in Italia da gennaio. Il centro di accoglienza di Lampedusa sta esplodendo con 1.304 ospiti a fronte di una capienza di 400 persone. Chiara Tenerini, deputata di Fi, punta il dito contro Emergency, nel braccio di ferro che si profila sui porti troppo lontani. «La nave Life Support , dopo aver avuto il permesso di sbarco per il suo carico di 70 migranti, a dir loro in condizioni disperate», ha fatto dietrofront, in modo totalmente arbitrario, per caricare altri 72 migranti - sottolinea la parlamentare - La scelta del ministero dell'Interno di definire Livorno «porto sicuro» non può essere una ragione per operare scelte contrarie al codice di condotta che tutte le Ong hanno il dovere di seguire».

Regole previste nel decreto che sarà varato in gennaio per mettere un freno alle Ong del mare.

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