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"Vi svelo tutte le falsità della sinistra per difendere le Ong"

"Le Ong operano senza regole. Finalmente avremo norme chiare". L'onorevole Sara Kelany (Fdi) spiega a ilGiornale.it i vantaggi del nuovo decreto, smontando le obiezioni della sinistra

"Vi svelo tutte le falsità della sinistra per difendere le Ong"

"Esistono delle leggi da rispettare". Il nuovo decreto del governo in materia di Ong è stato pensato per quello. Per introdurre regole precise in un ambito in cui troppo spesso la discutibile prassi ha preso il sopravvento sulle norme. L'avvocato Sara Kelany, onorevole di Fratelli d'Italia ed esperta di tematiche migratorie, lo spiega con chiarezza, elencando i punti salienti di un provvedimento studiato proprio per tutelare gli interessi del Paese rispetto a un argomento delicatissimo. Di stretta attualità. Osteggiato da sinistra e Ong, il decreto è già diventato materia di scontro politico, usato come grimaldello contro il governo. Ma è proprio sulle obiezioni alle nuove norme che, in una conversazione con ilGiornale.it, l'avvocato Kelany ha smontato punto su punto le argomentazioni di area progressista.

Onorevole, andiamo con ordine. Quali sono, secondo lei, i vantaggi del nuovo decreto?

Finalmente viene normata una situazione che sinora era stata lasciata completamente a se stessa. A oggi, infatti, le Ong non sono sottoposte a nessun codice di condotta e operano nel Mediterraneo sulla base dei loro desiderata, peraltro in maniera molto arrogante. Ora però vogliamo impedire che queste navi, attive in un settore molto delicato per la sicurezza interna e per l'incolumità degli stessi migranti, possano creare dei problemi.

Le Ong sostengono però che questo decreto lascerà il Mediterraneo senza soccorsi...

È falso. Le Ong non sono affatto gli unici occhi nel Mediterraneo. L'area Sar (Search and Rescue) italiana si estende ben oltre le acque le nostre acque territoriali e in questo spazio operano la Guardia costiera, la Guardia di finanza, la Marina militare e le centrali operative di queste forze hanno sempre contezza di quel che accade, sia nelle acque territoriali, sia in quelle esterne. Infatti molto spesso effettuano soccorsi.

Secondo Riccardo Gatti di Medici Senza Frontiere è "ampiamente dimostrato" che le navi umanitarie non siano un fattore d'attrazione per i barconi dei migranti. Le risulta?

Non è così, c'è una narrazione strumentale delle Ong anche su questo. Gatti sostiene che l'unico pull factor sarebbero le condizioni metereologiche, ma non è vero. Ci sono plurimi rapporti di Frontex nei quali le Ong sono indicate tra i fattori di attrazione per gli scafisti. In questi report si dice chiaramente che la presenza delle Ong fa sì che gli scafisti decidano di mettere in mare i barconi, perché sanno che qualcuno li andrà a raccogliere, peraltro sotto le coste libiche.

Il nuovo decreto prevede anche regole più precise sull'assegnazione e il raggiungimento dei porti per lo sbarco. Per quale motivo?

C'è un problema di sicurezza interna e di logistica dei migranti. Solo sull'hotspot di Lampedusa, dimensionato per 350 persone, sono stati stipati purtroppo oltre 2mila profughi e questo ha comportato un collasso nella gestione. Nel momento in cui si deve assegnare il porto più sicuro, che non è necessariamente il più vicino, deve essere l'Italia a decidere quale sia il luogo più adeguato, tanto per la gestione interna quanto per il migrante soccorso. Le Ong pretendono anche scegliere il porto? Quanta arroganza c'è nella loro prospettazione. Gatti di Medici Senza Frontiere sostiene poi che attualmente, a legge invariata, le Ong sarebbero vessate dai controlli della Guardia costiera, come se questi accertamenti fossero funzionali a impedirne l'attività. Segnalo però che, solo nel 2021, su 7.300 navi straniere la Guardia costiera ne ha controllate a campione un quinto, quindi 1360. Questi sono controlli standardizzati dalle norme del diritto internazionale; non si vede perché si possano controllare tutti i natanti ma non quelli delle Ong.

Le Ong ora dovranno svolgere un soccorso per volta e raggiungere in tempi brevi il porto assegnato. Qual è la ratio di questo adeguamento?

Per ragioni di sicurezza, una volta che viene salvato un naufrago, questi deve essere portato nel porto più sicuro e non lasciato in attesa che ne arrivino altri. Spesso si lamenta che l'Italia lascerebbe in navigazione per giorni le navi delle Ong senza un porto sicuro. Ma anche un recente caso smentisce questa ricostruzione: la nave Geo Barents, nell'ultimo approdo in Italia, ha trasportato 530 migranti che erano il frutto di plurimi salvataggi avvenuti nell'arco di oltre una settimana. Significa che queste navi stazionano nel Mediterraneo, anche per dieci o venti giorni, e attendono che arrivino i barconi. Quindi non è l'Italia che le lascia al largo. Come ci si può lamentare del fatto che ora le Ong possano essere indirizzate verso un porto ritenuto troppo lontano quando a volte le stesse organizzazioni stanno in mare anche 10 o 20 giorni? Ne va della sicurezza degli stessi migranti.

Le Ong lamentano però un problema di costi, dovuto all'eventuale allungamento dei tempi di navigazione per arrivare ai porti...

Sono ben foraggiate da vari soggetti privati e anche da alcuni governi, come ad esempio quello tedesco. Non credo che abbiano di questi problemi.

Di recente alcuni parlamentari di sinistra sono saliti a bordo delle navi Ong per portare la loro solidarietà. Come avete interpretato questo gesto?

Questo non mi stupisce affatto, ma l'ho trovato alquanto inopportuno. Evidentemente c'è una contiguità politica tra la sinistra e le Ong, dimostrata peraltro dall'atteggiamento tenuto da alcuni governi del passato, con il quale si è evitato che venissero normate le attività di queste organizzazioni. Le Ong molto spesso non consentono che vengano coordinati i soccorsi, operano senza regole e poi si accostano all'Italia chiedendo di raggiungere un porto che loro decidono. Non riesco a comprende che cosa ci sia di sbagliato nel normare, nel coordinare e nel far sì avvenga tutto in trasparenza.

La sinistra accusa il governo di ostilità all'azione umanitaria delle Ong. Cosa risponde?

Questo è un errore nella narrazione della sinistra. Il decreto non dice che da domani le Ong sono nemiche, ma che esistono delle leggi da rispettare. Sembra invece che noi dobbiamo sottostare ai desideri estemporanei delle Ong. Peraltro sui siti di queste organizzazioni c'è scritto esplicitamente che non hanno solo finalità umanitarie ma anche politiche, in quanto spingono affinché vengano cambiate le politiche in materia di immigrazione. Non credo che uno Stato possa consentire un'ingerenza da parte di associazioni private nell'organizzazione delle proprie politiche migratorie.

Sennò si invertono completamente i principi democratici per i quali i governi sono espressione della volontà popolare.

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