"Gli operai al lavoro senza casco sui ponteggi di Palazzo Chigi". È il titolo, corredato da foto, apparso oggi su Repubblica e che accusa il governo di permettere irregolarità sui cantieri. Una bufala smascherata da Giorgia Meloni.
A tirare in ballo il premier è lo stesso quotidiano con un sommario che recita: "Va capito come mai, in un palazzo della presidenza del Consiglio, gli operai si arrampichino su un'intelaiatura, fino al tetto, senza un copricapo protettivo". Peccato che quello ritratto nell'immagine non sia la parte del palazzo in capo al governo.
"I lavori di ristrutturazione dell'edificio di via dell'Impresa a Roma, ritratti nelle immagini fotografiche, non sono stati appaltati dalla Presidenza e non riguardano le porzioni dell’edificio che sono locate alla stessa", precisa infatti Meloni ricordando che le aule riservate all'esecutivo non sono di proprietà pubblica: "Come è noto, infatti, l’immobile non è di proprietà della Presidenza del Consiglio ma di un soggetto privato e i lavori documentati dall’articolo interessano le porzioni dell’edificio che la proprietà ha affittato ad altri soggetti privati per fini commerciali". Nonostante questo e "pur non avendo alcuna responsabilità", la Presidenza del Consiglio "ha provveduto a segnalare tempestivamente alla proprietà dell'immobile la necessità di rispettare rigorosamente le norme sulla sicurezza sul lavoro. Tale segnalazione è stata, inoltre, inviata alle autorità competenti".
In un post sulle sue pagine social, Meloni punta quindi il dito sulla "la decisione di alcuni organi di informazione di pubblicare notizie senza fondamento e che accusano il governo di gravi violazioni di legge".
E questo "tanto più che il governo è impegnato nella tutela della salute e della sicurezza sul lavoro, come dimostra il decreto-legge approvato qualche giorno fa in Consiglio dei Ministri, che rafforza prevenzione, controlli, formazione e introduce incentivi per le imprese virtuose"."Un ulteriore segno della serietà con cui affrontiamo un tema che merita rigore, verità e rispetto. Non polemiche costruite sul nulla", conclude il premier.