Ora all'ospedale delle coop cadono liquami dal soffitto

A Cona (Ferrara) l'ultimo episodio choc in una serie di disservizi nella struttura inaugurata appena un anno fa e costata 500 milioni

Ora all'ospedale delle coop cadono liquami dal soffitto

FerraraDalle paludi ferraresi di Cona emerge un mastodontico pachiderma di calcestruzzo, che è il più grande scandalo sanitario che la regione rossa possa vantare. Un ospedale fantasma, che dopo aver creato centinaia di problemi ai pazienti, questa volta ha fatto piovere liquami dal controsoffitto. Proprio nel triage del pronto soccorso. È successo martedì, in replica, visto che il 3 marzo scorso le donne delle pulizie dovettero procedere con un'operazione uguale. Colpa dei difetti di progettazione di un impianto vergogna della cosiddetta sanità eccellente emiliano romagnola.

Il fatto è che dici Cona e vengono alla mente tutti i disservizi che possono accadere ad un ospedale di un paese sottosviluppato, solo che qui siamo nella rossa e laboriosa Emilia Romagna e i mali sono tutti quanti insieme. Liquami e residui organici a parte, caduti a pochi passi dalla gente in sala d'attesa, che hanno costretto la chiusura del reparto per diverse ore, quello di Cona è un girone dantesco, dove, tra ritardi, intrecci tra amministrazioni e affari, inefficienze e incapacità, la sinistra al governo di città e Regione snocciola un'antologia completa e varia.

«I liquami sono la punta dell'iceberg - tuona Valentino Tavolazzi, consigliere di Progetto per Ferrara, ex grillino cacciato dal comico genovese, che da anni segue lo scandalo Cona - È un progetto nato male, da quando alla Regione c'era Bersani e che è stato portato avanti da Errani. Dopo tempi biblici, è stato inaugurato appena un anno fa, a Cona tutti i giorni c'è un problema: sono scoppiate delle tubature, si sono incendiati dei locali, alcuni impianti sono già fatiscenti, costa cifre monstre per il riscaldamento, è stata trovata la legionella, il che fa presupporre che questo sarà un calvario». Un calvario con un fantasma che ogni tanto fa capolino. Ma da queste parti tutti hanno le idee chiare: il fantasma non è altri che la politica di sinistra, che in un intreccio con le solite coop, ha realizzato ciò che sarebbe anche solo difficile pianificare.

La lista delle stazioni della via crucis di Cona supera quella canonica. Si incomincia 20 anni fa con l'acquisto del terreno paludoso per quella che doveva essere una succursale dell'ospedale cittadino Sant'Anna. Operazione fatta per i lavoratori della fallita coop Argenta. Ma fallimento chiama fallimento, così nel 2000, Errani & co decidono di raddoppiare la struttura e chiudere quella in centro. Seguono le dolenti note: 500 milioni di euro spesi per costruire un ospedale inefficiente e 30 milioni per bonificare un'area paludosa quando bastava costruire altrove.

Nosocomio in una zona lontana dal centro e mal servita con i mezzi pubblici per una popolazione di 100mila abitanti, nonostante ben 15mila di loro alla fine del 2000 raccolsero firme per non far chiudere il Sant'Anna in centro. Firme che Errani ha messo in un qualche cassetto. Con buona pace delle ambulanze che in centro ci arrivano sempre con 10/15 minuti di ritardo.

E ancora: diverse inchieste penali che hanno coinvolto dirigenti pubblici per utilizzo di calcestruzzo non idoneo, irregolarità negli appalti e criticità sull'antisismicità della struttura.

«La coop Cmb di Carpi - prosegue l'ex grillino - che ha avuto in appalto dal Consorzio cooperative di costruzione il secondo lotto per 160 milioni ha la gestione per 30 anni in global service della manutenzione, che le frutterà circa un miliardo». Intanto i migliori medici di Ferrara se ne sono andati altrove. E poi la chiamano eccellenza sanitaria.

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