Beppe Grillo cresce nei sondaggi e la sinistra trema. Solo ieri Napolitano ha tuonato contro l'antipolitica e il comico genovese sul suo blog ha stigmatizato: "L’immagine cadente di Fini, Monti, Napolitano e Schifani rappresenta l’Italia. I vecchi occhi dei partigiani guarderebbero smarriti un deserto. Forse si metterebbero a piangere. Forse riprenderebbero in mano la mitraglia". E così, se ieri il Presidente della Repubblica aveva difeso i partiti, oggi è il turno di Pier Luig Bersani di difendere a sua volta il Capo dello Stato. "Ieri Napolitano ha detto cose puntuali e serissime. Grillo ha risposto con insulti, non si permetta", ha detto il leader del Partito democratico, chiedendo al comico "perché non è candidabile, mentre Napolitano lo sarebbe anche domani mattina".
Bersani si inalbera soprattutto perché Grillo ha tirato in mezzo i partigiani: "Loro saprebbero che cosa dire dell’Uomo Qualunque. I partigiani ci hanno dato una democrazia, una Costituzione che comprende l’articolo 49, che comprende i partiti, che devono ripulirsi e riformarsi ma che sono un’ossatura della democrazia. Ho già detto: dimezziamo i finanziamenti, una condizione di pulizia e attenzione". Poi conclude: "Non cederemo al qualunquismo: non per noi, ma perchè l’Italia non può crearsi un futuro cercando scorciatoie".
E dopo Nichi Vendola che aveva dato del'omofobo e xenofobo al comico genovese, anche i rapporti con "l'amico" Antonio Di Pietro. "Tra me e Grillo c’è una sola differenza: io critico ma voglio costruire un’alternativa, lanciare un modello riformista e legalitario.
Lui invece mira a sfasciare tutto e basta", ha detto il leader di Idv al Fatto quotidiano. "Le parole di Tonino mi lasciano sbigottito. Spero che sia stato un lapsus. Da lui, proprio da lui, non me le aspettavo", ribatte Grillo. Che anche questo sodalizio sia ormai finito?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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