La par condicio del gossip passa per l'intervista a settimanali unificati consegnata da Nicole Minetti nella settimana più calda della sua per la verità non ancora lunghissima vita politica. «Io non sono andata ad Arcore perché Silvio Berlusconi ha chiesto le mie dimissioni - ha spiegato a Chi - Il presidente le mie dimissioni non le ha mai chieste». Non solo. «Questo è importante dirlo - ha sottolineato - d'altronde le dimissioni sono un fatto estremamente personale. Nessuno può obbligare un rappresentante delle Istituzioni a dimettersi». Le tante indiscrezioni su una presunta trattativa? «Non sono neppure andata, come ho letto da qualche parte, a contrattare la mia buonuscita. Non stiamo parlando di calciomercato. Sono andata dal presidente semplicemente per capire come poter gestire la bufera mediatica che si è creata intorno a questo caso. L'ho chiamato io per chiedergli un colloquio, tutto qui». Il risultato? «Berlusconi - racconta l'ormai ex igienista dentale - mi ha detto che non dovevo farlo. Per due motivi. Le mie dimissioni agli occhi di tanta gente sarebbero apparse come un'ammissione di colpa, anche riguardo all'inchiesta giudiziaria in corso. E poi, dato che per natura lui è una persona combattiva, mi ha esortato a resistere».
Sull'altro fronte, invece, a far la differenza è quell'insostenibile pesantezza dell'avverbio. Perché ora tutto sta nell'interpretazione di quel «piuttosto» consegnato all'intervista a Vanity Fair in edicola domani. «Piuttosto che prendere un vitalizio dalla Regione Lombardia - spiega la Minetti - mi dimetto il giorno prima che scatti il diritto, il prossimo ottobre. Giuro». Parole che lascerebbero intendere un suo addio al Pirellone subito dopo le vacanze. Ma che qualcuno, anche nel suo partito, avrebbe preferito essere un po' più chiare. Anche perché la rinuncia al vitalizio, al di là del suo valore simbolico, non è poi gran cosa visto che potrebbe trattarsi di un migliaio di euro da riscuotere dopo i sessant'anni. Un traguardo non proprio vicino per una ventiseienne. E la cui immagine, hanno fatto di conto gli esperti di pubblicità, oggi potrebbe valere almeno un milione di euro se utilizzata semplicemente per campagne di lingerie (visto il fisico spaziale) o con un piccolo sforzo in più per prodotti della telefonia.
Per ora ci sono le dichiarazioni lasciate prima della partenza per una vacanza al sole di Miami accompagnata da papà. «Ho preso un biglietto aperto», ha risposto a chi le chiedeva se fosse tornata in tempo per martedì 31 luglio, ultima convocazione del consiglio regionale. E quindi estrema possibilità per una rinuncia prima dell'estate. L'addio dopo la richieste piuttosto decisa del segretario Angelino Alfano? «Decido da sola quando dare le dimissioni - ha replicato -, non ho bisogno di ordini o pressioni». E nessun timore neppure per il confronto con la ben più esperta in questioni di donne e politica Daniela Santanché. E che di lei, solo pochi giorni fa, aveva detto essere «inadatta alla politica». Pronta la risposta. «Mi domando se è la stessa Santanché che una volta mi paragonò a Nilde Iotti. Per carità, cambiare opinione è legittimo. Io comunque non mi sento finita».
Le telefonate con le amiche e quelle parole poco tenere su Berlusconi finite su internet? «Se avessi avuto davanti a me un burrone mi ci sarei buttata a volo d'angelo. Ho alzato il telefono e l'ho chiamato. Mamma mia, che paura ... Stavo malissimo. Grazie al cielo, lui è un grande, ha capito e mi ha perdonata». Perché «quando si è infuriati, si esagera».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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