La "paghetta" ai carcerati torturati

Carceri incivili e rimborso assurdo: pagare i detenuti è roba da matti. Meglio l'amnistia

La "paghetta" ai carcerati torturati

Ieri c'era un articolo di Liana Milella sulla Repubblica in cui l'autrice discettava del cosiddetto piano carceri studiato dal ministro della Giustizia, Andrea Orlando, allo scopo di prevenire - scongiurare - le punizioni europee previste per chi, come l'Italia, tratta i detenuti in modo disumano, contrario alle disposizioni comunitarie nonché a criteri umanitari. In che senso? Noi italioti, per essere chiari, siamo talmente stupidi da impostare la nostra giustizia sulla galera. Commetti un reato, piccolo o grande? Affari tuoi. Ti meriti qualche annetto o mesetto (se ti va di lusso) in cella. Dipende dalla generosità del dottor giudice che, secondo propria discrezionalità, applica le leggi cretine dello Stato, le più cretine del mondo non soltanto occidentale.

Di cretineria in cretineria, siamo arrivati a infoltire di gente le prigioni, sovraffollandole al punto tale da renderle simili a lager: detenuti stipati uno sopra l'altro in spazi ridotti, quali sardine in scatola. La Ue non è d'accordo con questo sistema, così come chiunque abbia un minimo di sale in zucca. Il galeotto non è uno scarafaggio (ammesso e non concesso che gli scarafaggi non vadano rispettati quali esseri viventi) e merita misericordia. Non è lecito maltrattarlo. O l'Italia si rassegna a rendere le carceri vivibili o paga dazio in misura considerevole.

Sappiamo che l'Europa è una schifezza e ci fa campare da cani, tuttavia sappiamo altresì che noi stessi siamo crudeli nei confronti di chi finisce dentro. Dobbiamo quindi ragionare e dimostrare che siamo capaci di essere civili. O ci diamo delle strutture idonee per castigare i reprobi, oppure - in caso contrario - i reprobi siamo noi e meritiamo di essere adeguatamente redarguiti. E allora? Onde evitare sanzioni gravi, il governo italiano, nella persona del ministro Orlando (Pd), ha studiato il modo per farla franca. Ma ha studiato male, poveraccio. Udite che cosa ha escogitato. Per alleggerire le prigioni, ha deciso di concedere uno sconto di pena del 20 per cento a coloro i quali sopportano una situazione assurda, essendo ristretti in uno spazio appena sufficiente forse per un topo e non di sicuro per una persona.

Non solo: il ministro è talmente «buono» che immagina di versare 10 o 20 euro al giorno, a titolo di indennizzo, ai detenuti «torturati». Con questi provvedimenti ridicoli ovvero inadeguati, Orlando suppone di cavarsela, ottenendo il plauso dell'Europa. Roba da matti. Pur di non accordare l'amnistia a chi è stato privato della libertà, egli è pronto a ricorrere a soluzioni che tali non sono. Ma si può essere più stolti di così? Tu mi costringi a sopravvivere in 3 metri quadrati, ovviamente insieme ad altri, la cui bella personalità vi lascio immaginare, e, in cambio dell'afflizione che mi infliggi, mi dai 10 o 20 euro al dì? Ma che razza di ragionamento presiede a questa decisione cervellotica e meschina?

Non si rende conto il ministro che qui siamo di fronte a persone sottoposte a un regime carcerario che fa ribrezzo e va modificato radicalmente? L'Italia, in materia di reclusione, è a livello di Zanzibar e necessita di riforme strutturali.

Cambiano i governi, ma non c'è nessuno che abbia il coraggio di ripartire da zero, restituendo al sistema un minimo di dignità? Il discorso è semplice: o più galere per tutti - che costano - o meno galera per chi sbaglia e pene alternative.

Lasciamo perdere l'indulto che cancella le condanne, ma non il reato, e introduciamo l'amnistia, che azzera tutto e consente di ricominciare da capo. Non è una buona idea, lo so. Ma chi ne ha una migliore? Poiché nessuno aprirà bocca, ditemi quale altra alternativa si propone? Pagare le multe alla Ue e non cambiare niente? L'inciviltà non è la nostra aspirazione.

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