RomaNella resa dei conti si vede di tutto: un'acrimonia femminile (contro Matteo Renzi) senza precedenti, un'inedita e casuale accoppiata Finocchiaro-Gasparri in risposta alle provocazioni del sindaco, un partito, il Pd, che ormai arriva all'insulto vicendevole, mentre tra quarantott'ore il Parlamento deve eleggere il presidente della Repubblica e il governo ancora non c'è.
È stata zitta qualche ora, la ex capogruppo al Senato dei democratici, indicata tra i nomi papabili per il Quirinale nelle ultime settimane. Poi ha gridato la sua vendetta. L'oggetto della rabbia appassionata è Renzi, che domenica sera in un'intervista con il Tg5 ha bocciato definitivamente sia la Finocchiaro sia Franco Marini nella corsa al Colle. A proposito della potente signora democratica di Palazzo Madama, Matteo ha ricordato la sua infausta esperienza al centro commerciale con la scorta: «La ricordiamo per la splendida spesa all'Ikea con il carrello umano. Servono personaggi anti casta».
Lady Ikea lo ha letteralmente fulminato: «Trovo che l'attacco di cui mi ha gratificato Matteo Renzi sia davvero miserabile», il primo commento irritatissimo. Poi la graffiata: «Sono dell'opinione che chi si comporta in questo modo potrà anche vincere le elezioni, ma non ha le qualità umane indispensabili per essere un vero dirigente politico e un uomo di Stato». È «inaccettabile e ignobile» che l'attacco miserabile «venga da un esponente del mio stesso partito». Il giovane sindaco si esprime «con una villania sgraziata», lo ha seppellito anche Barbara Pollastrini. Ai limiti dell'offesa grave il bersaniano Stefano Fassina: «I sondaggi creano deliri di onnipotenza...».
Le miserable all'inizio non ha risposto con una parola: «Grazie mille», si è limitato a dire, ai giornalisti dopo l'incontrto a palazzo Vecchio sulla crisi della Selex. Non ha replicato nemmeno a Gasparri, che ieri lo ha definito «ridicolo» per la sua posizione sulla questione cattolica: «Maria de Filippi, al confronto, è un gigante del pensiero». Ma il sarcasmo tra esponenti di partiti diversi è il gioco delle parti.
Poi, nella rubrica enews quotidiana, Renzi si è sfogato: «Avverto molta amarezza - ha scritto - E personalmente mi sembra ingiusto essere attaccato così solo per aver detto quello che penso io e che pensano milioni di italiani». Al «repertorio di ieri («arrogante, qualunquista, indecente») devo sommare oggi la sobria espressione miserabile che mi ha rivolto la senatrice Anna Finocchiaro». Il sindaco promette di non fermarsi: «Nella libertà e nel rispetto continuo a dire a viso aperto le mie idee e le mie proposte. Se qualcuno vuole parlare la lingua dell'insulto, si accomodi. Io non raccolgo». Continuerà «a dare il mio contributo perché l'Italia torni a competere e a sperare». E perché il Pd «diventi» (finalmente) «un partito vincente».
A un certo punto della giornata, anche Franco Marini ha sputato il rospo.
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