Roma - È un thriller a finale aperto quello delle liste del Pdl. Una corsa a ostacoli nella quale fino all'ultimo minuto si rischia di inciampare e perdere posizioni. Le grandi manovre sono iniziate da tempo. Le griglie sono in fase di preparazione, con differenze notevoli da regione a regione. Su tutto, però, incombe la minaccia delle tre «condizioni d'accesso» fissate nell'ufficio di presidenza (avere meno di tre legislature, non andare oltre i 65 anni ed essere in regola con le quote al partito). Ma anche il timore di incappare nelle forbici di Silvio Berlusconi che pretende l'ultima parola e non esclude di chiedere «sacrifici» ad alcuni candidati.
Naturalmente la caccia alle deroghe è già partita. Pare, però, che non saranno i potenziali esclusi a doverle chiedere ma che sarà il partito ad assumersi l'onere della proposta. In ogni caso Denis Verdini continua a dribblare i tanti parlamentari che lo chiamano preoccupati. La risposta, d'altra parte, è sempre la stessa: se ne riparla lunedì quando ci sarà una riunione operativa sulle liste con tutti i coordinatori regionali. Il caso più delicato è quello della Campania. Qui, solo per citarne alcuni, Nicola Cosentino, Luigi Cesaro, Mario Landolfi, Paolo Russo, Alessandra Mussolini e Vincenzo Nespoli sono oltre il limite dei 3 mandati. Giancarlo Lehner, Raffaele Calabrò, Raffaele Lauro, Cosimo Izzo, Diana De Feo e Pasquale Giuliano oltre i 65 anni. Al contempo, però, la Campania è una regione di quelle considerate in bilico (il Pdl sarebbe sopra il 20%, secondo i sondaggi) e quindi fondamentale dal punto di vista strategico. Per questo appare poco realistico rinunciare a grandi portatori di voti come Cosentino e Cesaro. Così come vengono considerate certe le candidature di Mara Carfagna, Nunzia De Girolamo, Amedeo Laboccetta, Gioacchino Alfano, Marcello Di Caterina, Giuseppe Esposito e Cosimo Sibilia. Bisognerà, però, vedere quale sarà la decisione finale del presidente del Pdl che vuole nomi nuovi in lista e consiglieri regionali radicati sul territorio (tra questi Domenico De Siano).
Resta da decidere in quali regioni Berlusconi si candiderà come capolista. Avendo deciso di puntare sul Senato dovrà scegliere tre regioni che potrebbero essere Lombardia, Campania e Sicilia. Gli ex ministri saranno ricandidati nei colllegi in cui erano schierati nelle scorse elezioni. Quindi Mariastella Gelmini in Lombardia alla Camera mentre al Senato ci sarà Roberto Formigoni. In Emilia Michela Vittoria Brambilla al Senato e Anna Maria Bernini alla Camera. Giancarlo Galan in Veneto mentre Renato Brunetta oscilla sempre tra Veneto e Campania (grazie al legame con il territorio e Ravello in particolare). Altero Matteoli sarà in Toscana dove sarà impossibile ripetere il «colpaccio» del 2008 quando vennero eletti 7 senatori e 9 deputati e dove dovrebbe essere candidato capolista alla Camera il coordinatore regionale Massimo Parisi. In Puglia pronto all'avventura romana il capogruppo in Regione, Rocco Palese. Nel Lazio Gianni Alemanno continua a battersi per tutelare i propri parlamentari ma la partita è complessa. Pressochè sicura la candidatura alla Camera per Renata Polverini. Mentre resta aperta la questione della Regione Lazio dove Francesco Storace, in un incontro serale con Silvio Berlusconi, ha ribadito che non intende fare un passo indietro. Rimettendo in discussione la candidatura di Beatrice Lorenzin.
Tra i criteri del Pdl per le liste, uno è quello dell'età: limite fissato a 65 anni, ma con delle deroghe
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