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Il passato si ripete (anche senza autonomia)

Le scene sono uguali a quelle viste tante volte. Anche a Ischia

Il passato si ripete (anche senza autonomia)

Le scene sono uguali a quelle viste tante volte. Anche a Ischia. Una frana nella frazione di Casamicciola, provocata da una pioggia torrenziale, travolge una decina di abitazioni e mette a rischio buona parte del centro abitato. La Protezione civile fa del suo meglio. Il governo esprime solidarietà e promette impegni. E, ancora, lo straziante elenco delle vittime: una accertata e una decina di dispersi, con la speranza di ritrovarli sani e salvi appesa ad un filo. Lo Stato si è mosso per intervenire immediatamente sull’emergenza, è indubbio. Il punto, però, è un altro, visto che negli ultimi anni ad Ischia questo scenario si è ripetuto più volte, ma nessuno è intervenuto sul dissesto idrogeologico dell’isola. Anche nel Pnrr, che nell’immaginario collettivo è la panacea di tutti i guai, non sono previsti progetti per l’isola. Due, che erano stati presentati, sono stati scartati. In più c’è stato il solito condono edilizio, in questo caso quello del governo Conte, che ha aggiunto errori ad errori. Un paradosso che ora si è tinto di macabro. Ora, qui nessuno vuole addossare colpe, ci mancherebbe. Di fronte ai drammi bisogna essere uniti. Ma la tragedia di Ischia ne ricorda altre delMezzogiorno, che si ripetono come una maledizione. Tragedie per le quali si è espressa tanta solidarietà, ma che sono finite nel dimenticatoio. Nulla si è mosso. Eppure Vincenzo De Luca è da otto anni governatore della Campania (la durata di due mandati da presidente degli Stati Uniti): anche «lo sceriffo», così è stato ribattezzato, ha potuto ben poco. Perché il Sud è un altro Paese, dove anche i fondi stanziati dall’Unione Europea tornano indietro perché non si riesce a spenderli. Dove un fiume di denaro arrivato fin dai tempi della Cassa delMezzogiorno si è disperso in mille rivoli senza risultati. E la distanza dal resto del Paese è aumentata. C’è chi teorizza con tanto di dati che il divario tra Nord e Sud, dall’Unità d’Italia, invece di diminuire è cresciuto. Anzi, l’incapacità di dare una soluzione alla questione meridionale, ha fatto venire alla ribalta la questione settentrionale, cioè la psicosi di un Nord stanco di mettersi sulle spalle i problemi e i ritardi del Sud. Anche questo è un errore, non c’è dubbio, ma resta il problema di un mondo che va avanti e un Meridione che resta indietro: le tragedie si ripetono e bonificare un’area, realizzare un’infrastruttura è una fatica di Sisifo. Un’indolenza che risolve i problemi con l’assistenzialismo, con il reddito di cittadinanza, appunto, con i condoni. Si può dire tutto della proposta di autonomia differenziata di Calderoli. Per molti intellettuali mette a rischio l’unità del Paese, è ingiusta. Un dato, però, è lampante: le classi dirigenti del Sud, la politica e non solo, debbono assumersi le loro responsabilità, senza scaricabarile. Perché se le tragedie si ripresentano, se le frane ad Ischia come nell’Avellinese si susseguono, se il passato (brutto) torna sempre, non è certo colpa di altri

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