Patrimoniale, asse Pd-Avs. "Una delle nostre priorità". E Fico si smarca da Conte

La segretaria dem: "Redistribuire la ricchezza". L’ipotesi di un tavolo dopo le regionali per definire la super-tassa

Patrimoniale, asse Pd-Avs. "Una delle nostre priorità". E Fico si smarca da Conte
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Sull'onda del «modello Mamdani» (il neosindaco di New York) la sinistra italiana rispolvera l'antico cavallo di battaglia: tassare i ricchi. La sorpresa è Roberto Fico, candidato per la presidenza della Regione in Campania, che ipotizza una patrimoniale locale. Eppure, il M5s si è schierato contro. Tempi duri per i campani.

Nel campo largo l'idea diventa nodo di coalizione da sciogliere. Avs, il partito di Fratoianni e Bonelli, chiede che la patrimoniale sia messa nell'agenda dell'alleanza: «Per noi la patrimoniale è all'ordine del giorno perché è una misura di equità sociale. Dopo le regionali si dovrà avviare con le forze di opposizione un tavolo per la costruzione del programma per il governo del paese». E ancora: «E noi porremo tra le questioni prioritari - insieme al caro bollette, al caro affitti, alla carenza dell'offerta di tpl e di investimenti per la scuola - la questione patrimoniale» spiega Angelo Bonelli.

«Ragioniamo continua l'esponente verde sull'aliquota e sulla soglia da cui deve scattare, chiamiamolo contributo di solidarietà, ma ragioniamo. Dico anche ai miei alleati non si può prescindere da un fisco più equo».

Nel Pd la proposta spiazza l'ala moderata. Ma Elly Schlein insiste: «Saremo quelli che vogliono riportare una parola fondamentale per la sinistra al centro del dibattito, che è la redistribuzione. Redistribuzione delle ricchezze, del potere, ma anche del tempo, che è diventata una risorsa fondamentale nelle vite delle persone». Tra i dem il fronte pro-patrimoniale non convince. I riformisti si sfilano e fanno trapelare: «Ennesimo assist a Meloni»

Tutto il correntone, che va da Franceschini a Guerini, è scettico sull'ipotesi di una patrimoniale. Nessuno ci mette la faccia. Al fianco di Schlein nel Pd si schiera il deputato Roberto Morassut: «Bene Elly, patrimoniale e nazionalizzazione Ilva. Serve un riformismo forte. Non metodologico. Che tocchi nel profondo le gravi ingiustizie sociali che frenano lo sviluppo e la crescita. La patrimoniale non deve colpire i ceti produttivi ma avere una soglia alta. Non 2 milioni. Ma molto più alta. Una prima patrimoniale va applicata alla fiscalità urbana riformando le norme sugli oneri di trasformazione (costruzione e urbanizzazione). I profitti delle grandi trasformazioni sono enormi, i Comuni raccolgono briciole. Qui si può intervenire subito».

L'ex presidente della Camera Fico, in controtendenza al suo partito, appoggia l'iniziativa Pd: «Dobbiamo partire da un assunto di base, che di fatto è il principio solidaristico che vige nella nostra Costituzione, ovvero la proporzionalità delle imposte: quindi chi ha di più deve dare a chi ha di meno per far crescere tutto il Paese. Parliamo di un tema che ha lo stesso principio della redistribuzione della ricchezza tra le regioni del Paese. Le regioni che hanno di meno devono crescere e la ricchezza deve essere distribuita.

Parlerei sempre di distribuzione della ricchezza ai fini di una crescita maggiore di tutto il Paese e di tutte le persone». La destra fa quadrato e non apre varchi. La sinistra, invece, ha trovato il suo papa straniero (Mamdani). E la ricetta socialista.

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