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Il Pd impone il silenzio sulla gaffe del 2 giugno dell'amica Murgia

L'ordine della Schlein ai suoi visto il rapporto personale che la lega alla scrittrice sarda protagonista della gaffe sulla parata del 2 giugno

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«Meglio non commentare, bisogna tenere bassa la polemica sulla Murgia e il 2 giugno». È questo l’ordine di scuderia diramato dal Nazareno e fatto pervenire ai parlamentari del Pd, in occasione dello scivolone della scrittrice Michela Murgia sul presunto saluto romano degli incursori delle forze speciali della Marina durante la parata della Festa della Repubblica. Murgia ha scambiato il saluto alle autorità, il cosiddetto «attenti a sinist’», per un richiamo al fascismo e i militari del Comsubin per i nipotini della Decima Mas di Junio Valerio Borghese. La scrittrice poi ha insistito: «Sono antimilitarista».

La questione, però, non ha meritato nessun commento da parte dei vertici del Pd. Anzi, lo staff della segretaria Elly Schlein ha imposto a tutti la consegna del silenzio sulle parole della Murgia. E infatti la stessa leader dei dem non ha proferito parola. Il motivo di tanta accortezza nei confronti della scrittrice sarda è da ricercare nel rapporto personale che lega Murgia alla segretaria del Pd. Il 3 maggio scorso, l’intellettuale di sinistra aveva condiviso sui social una chat privata tra lei e Schlein. Il tutto per tentare di scagionare la leader dem dall’accusa di essere una radical chic. Murgia si trovava sul celebre treno Orient Express e aveva fatto notare all’amica: «Il sapone in bagno è dentro a dispenser di Lalique». «Cos’è Lalique?», la risposta della segretaria, che non conosceva la famosa cristalleria di lusso francese. Quindi la difesa: «Questa è la donna che da dieci giorni stanno provando a far passare per radical chic».

Dunque meglio non commentare la polemica sull’inesistente saluto romano dei militari del Goi. Un avvertimento arrivato soprattutto agli esponenti del Pd considerati più lontani da Schlein e dalla sensibilità della Murgia. Peccato che non tutti abbiano rispettato la consegna del silenzio. L’ex ministro della Difesa Lorenzo Guerini, leader della corrente Base Riformista, ha definito un «fake» il presunto braccio teso fascista. Un’altra pd ex titolare della Difesa, Roberta Pinotti, ha retwittato un’analisi del giornalista Massimiliano Coccia in cui si smontava tutta la narrazione della Murgia. «È esattamente così. Ricostruzione meticolosa e analisi ineccepibile», la riflessione di Pinotti.

Lo stesso tweet è stato condiviso anche da Pina Picierno, riformista e vicepresidente del Parlamento Ue, con tanto di commento: «Se tutto è fascismo, niente più lo è».

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