Pd, la tregua è già finita I renziani non ci stanno: Letta ostaggio del Colle il retroscena

A lla fine la conta sulla fiducia al ministro Cancellieri si trasforma in una sorta di schiaffo del soldato per il Pd. Il Guardasigilli si salva, il partito di Enrico Letta meno.
Anzi, nell'aula di Montecitorio tutti si esercitano irridenti contro il punching ball democratico, dalla destra ai grillini. D'altronde gli umori interni non sono migliori. Tanto che il capogruppo Roberto Speranza si è rifiutato di pronunciare la dichiarazione di voto pro-Cancellieri, e la croce ha dovuto portarla, obtorto collo, il segretario Guglielmo Epifani. Intorno, facce scure ma anche sorrisetti perfidi. Ben esemplificati dalle parole di Massimo D'Alema, che rimbalzano da un comizio a sostegno di Gianni Cuperlo in quel di Reggio Calabria: «Renzi, incarta e porta a casa», lo irride l'ex premier, «ha fatto tutto questo numero contro la Cancellieri, e poi il gruppo Pd ha deciso di votare per lei. Sarà molto difficile che riesca a mettere in difficoltà il governo, se fa il segretario rischia di restarci tre anni». I renziani lo ascoltano e sorridono: «Fa così per riuscire a mobilitare elettori per Gianni - dice Paolo Gentiloni - ma per uno che manda a votare Cuperlo, ne motiva due per Renzi». E in serata, ospite della «Gabbia» su La7, Renzi ha detto la sua di persona, con un messaggio esplicito: «Dal 9 dicembre cambia l'agenda del governo, chiunque vinca le primarie. E spero di vincerle io».
Se è vero che Letta ha dovuto «metterci la faccia», e si prende l'onere dell'impopolarità, il fronte anti-Renzi ha vinto la sua prova di forza tutta interna: «Abbiamo dimostrato che nei gruppi parlamentari non può decidere nulla», dicono. C'è da vedere se questo durerà anche dopo l'8 dicembre: la vera battaglia in corso, dietro a primarie già scritte, è quella sulle liste dell'Assemblea nazionale, abbinate ad ogni candidato. Assemblea che elegge la direzione del Pd, che a sua volta vara le liste elettorali. Se Renzi metterà a segno il colpaccio di controllare i due terzi dell'organismo, avrà la parola finale sulle candidature. E i gruppi, eletti da Bersani, si schiereranno per Renzi. Nel frattempo, contro il sindaco viene scagliato il caso De Luca: «Ora il grande innovatore ci faccia vedere se rinuncia al voto inquinato di Salerno», dice il lettiano Vaccaro. «Altrimenti non può più fare la morale a nessuno».
Il veleno ormai dilaga. I renziani fanno capire che dopo l'8 dicembre nessuno sarà risparmiato: «Bisogna cominciare a calcolare quanti elettori perdiamo ogni giorno grazie ad una persona sola», dice uno di loro uscendo dall'aula dopo aver votato la fiducia. E non parla della Cancellieri né di Letta: «Parlo di Napolitano. È lui che ha imposto anche al premier di fare scudo al Guardasigilli, Letta l'avrebbe volentieri scaricata e lo si è capito ieri sera: nel suo intervento all'assemblea del gruppo non ha mai pronunciato la parola “Cancellieri”. Siamo ostaggi di una linea politica che ci distrugge elettoralmente.

Ora basta».
Ma anche a Cuperlo il giogo sta stretto: «O Letta si decide a dare una sterzata e a fare almeno una cosa da rivendicare, oppure per il Pd sarà difficile continuare a sostenerlo».


di Laura Cesaretti

Roma

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