Il Pd è al verde: tagli a sedi e stipendi

Addio a via del Tritone, annunciato il blocco di ferie e straordinari. È c'è il rischio di licenziamenti

Il Pd è al verde: tagli a sedi e stipendi

Roma - Compagni non c'è un euro. La «quaresima» per Bersani e i suoi arriverà subito dopo la Pasqua quando il partito verrà messo a dieta stretta. Il tesoriere del Pd, Antonio Misiani, in una lettera resa pubblica da Radio24, annuncia «una serie di interventi di razionalizzazione delle spese».
Il vento grillino che punta a spazzare via il finanziamento pubblico è arrivato anche nel bunker del Pd costringendo il partito dall'apparato più pesante a rifare i propri conti. Il tesoriere snocciola tutti i tagli inevitabili di fronte alla chiusura del rubinetto statale che nel 2011 ha versato nelle casse del Pd quasi 58 milioni di euro di rimborsi elettorali. Verranno chiuse le due sedi di via del Tritone e «riorganizzati» tutti gli spazi assegnati a dipendenti e collaboratori. I budget destinati ai membri della segreteria nazionale e ai Giovani Democratici saranno ridotti del 75 per cento rispetto all'anno precedente. Nel 2011 il totale delle spese è stato di oltre 60 milioni di euro (fonte sito Pd, ndr) dunque dovrebbe scendere a circa 15 milioni. E infatti Misiani annuncia che nel 2013 non ci saranno soldi per i forum. Chi li vorrà se li potrà pagare di tasca sua. Brutta aria anche per Youdem la web tv finita nell'occhio del ciclone per i costi eccessivi, anche qui verranno «massimizzate le economie di spesa». E che i funzionari di partito comincino a pensare di spostarsi con le loro macchine o a pagarsi i mezzi di trasporto perché arriveranno tagli drastici anche per «auto Ncc, giornali e viaggi». La mannaia si abbatte pure sulle ferie di tutto il personale «indipendentemente dagli incarichi e qualunque sia il livello di responsabilità assegnato» tutti i giorni dovranno essere consumati entro il limite di 18 mesi. E tanto peggio per chi fino ad ora non ne ha usufruito perché già dalla prossima busta paga verranno azzerate tutte le ferie superiori ai 40 giorni e le assenze dovranno essere sempre comunicate. Blocco totale degli straordinari per tutti. Tagli necessari, spiega Misiani anche nella speranza di evitare licenziamenti. Il tesoriere, intervistato su Radio24 durante il programma La zanzara, promette che almeno al momento non si licenzierà nessuno ma ci saranno «ricollocazioni e opportunità all'esterno». Certo difficile immaginare come il Pd potrebbe pagare i suoi dipendenti se da un giorno all'altro venisse a mancare il finanziamento pubblico.
Tra le soluzioni prospettate dallo stesso Misiani per la sopravvivenza del partito quella del «crowdfunding» ovvero la raccolta di fondi dal basso sul modello di quella adottata dai grillini. E pensare che pochi giorni fa il tesoriere si era inalberato di fronte alla pubblicazione di un dossier sui costi del Pd che sarebbe stato voluto proprio da Matteo Renzi. Cifre da capogiro: 180 dipendenti, decine di addetti stampa, stipendi da migliaia di euro e casa pagata dal partito di fronte a carichi lavorativi oltretutto difficilmente quantificabili.

Misiani aveva definito alcune cifre fantasiose rivendicando di aver quasi dimezzato le spese del partito da quando è diventato tesoriere alla fine del 2009. Ma i risparmi effettuati e anche quelli programmati per il futuro non basteranno comunque se verrà meno il finanziamento pubblico.

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