Ci penseranno i sondaggi della prossima settimana a dire se le ultime strambate di Pier Ferdinando Casini sono riuscite a fermare il calo di consensi dell'ultimo mese. Certo, dopo l'intervista del leader centrista, l'uscita del presidente dell'Udc Rocco Buttiglione sul Corriere della Sera di ieri non sembra troppo rasserenare gli animi. D'altra parte, sostenere che il partito di Casini «non pone veti a Vendola» e che «il patto si può fare» è frase che suona azzardata non solo nel Pdl ma pure tra gli stessi elettori centristi e nelle file di Sel. Tanto che Gennaro Migliore ci mette un attimo a rispondere alle «chiacchiere di Casini e Buttiglione sulla continuità con Monti» promettendo che il programma del prossimo governo sarà «quello uscito dalle urne» e dunque «in discontinuità con le leggi Fornero e con pieni diritti per le persone e le coppie gay».
Tutte palle alzate a beneficio del Pdl che, ovviamente, non si fa troppo pregare e va a «schiacciare» ormai da giorni. E tutti freni - seppure comunque superabili - ad accelerare quella aggregazione di centro di cui si parla in questi giorni e che dovrebbe vedere Casini insieme a Italia Futura di Montezemolo e al Fli. Non a caso il finiano Benedetto Della Vedova considera «urgente» dar vita «ad una nuova offerta politica che unisca quanti pensano ad un agenda Monti anche per il futuro» ma si guarda bene dal parlare di alleanze (che «vengono dopo»), tanto più se considerate insidiose come quella con Sel.
Insomma, si fa davvero si fatica a capire per quale ragione Casini prima e Buttiglione poi si siano infilati in un simile dibattito mettendo nero su bianco la disponibilità dell'Udc a creare un asse di governo con il Pd e, di conseguenza, con Vendola. A meno che l'obiettivo fosse quello di sminare chi sostiene che l'accordo è già bello e fatto, ridimensionandolo - nel caso specifico in modo piuttosto maldestro - a semplice ipotesi da valutare ad urne chiuse.
Comunque stiano le cose, non c'è dubbio che le uscite di Casini e Buttiglione hanno spianato la strada agli attacchi del Pdl. Non si fa pregare Fabrizio Cicchitto. «O Buttiglione non sa di che cosa parla - attacca il presidente dei deputati - oppure raggiunge il massimo della mistificazione. A parte la distanza indubbia e quasi paradossale tra Vendola e l'Udc sui temi etici, è specialmente su temi economici e sociali che c'è un vero e proprio abisso». Come a dire che non è solo un problema di divergenze sulle coppie di fatto, ma distanze siderali proprio sul quelle politiche anti-crisi che saranno al centro dell'azione del prossimo governo. Parla invece di «confusione che viene da alcuni settori del centro» Maurizio Gasparri che invita a «spostare la discussione che ci porterà alle elezioni su temi concreti ed evitando formule astratte e incomprensibili». Una frecciata a Buttiglione che «mischia tutto e propone tutto» (un governo Monti dopo il 2013 ma sostenuto anche da Sel) diventando il «capofila del relativismo etico-politico». Secondo il capogruppo del Pdl al Senato, insomma, è arrivato il momento di «contrapporre alla sinistra delle tasse e nemica dell'Europa e ai subalterni di centro» un «vero programma di centrodestra: Europa integrata ma con regole nuove per dare alla Bce ed all'euro solide basi; difesa della vita e della famiglia; lotta alla droga ed agenda bioetica; difesa del ruolo dell'Italia e dell'impresa, libera di crescere e creare lavoro; aggressione al debito pubblico anche per ridurre la pressione fiscale». Guarda ancora più avanti Massimo Corsaro.
Il Pdl mette all'angolo Casini
Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.