Il Pdl tentato dalla scissione E Monti chiede aiuto al Cav: sono nei guai, non lasciarmi

Proposta di La Russa: formare un gruppo anti Prof. Ipotesi federazione con "Avanti Italia" e Montezemolo. Il premier chiede aiuto al Pdl e incontra il Cav

Il Pdl tentato dalla scissione E Monti chiede aiuto al Cav: sono nei guai, non lasciarmi

«Il Pdl è come il dentifricio, non riesci più a rimetterlo dentro...». Lo sfogo del Cavaliere è di qualche giorno fa, ma registra alla perfezione lo stato d’animo con cui Silvio Berlusconi sta guardando in queste ore all’emorragia di voti che ha colpito il suo partito nell’ultima tornata amministrativa. La sensazione, supportata dalle tante analisi del flusso elettorale arrivate da Alessandra Ghisleri, è infatti che sia piuttosto difficile sperare in un recupero, soprattutto finché il Pdl sarà comunque «costretto» ad appoggiare il governo Monti. Un esecutivo - dicono i sondaggi di Euromedia - che non piace al 70% dell’elettorato del Pdl. E visto che per arrivare a fine legislatura mancano ancora dieci mesi, è il ragionamento che fanno molti, la situazione non può che peggiorare.

Si studiano le contromosse, quindi. E tra queste potrebbe andare a buon fine un’idea che ronza in testa ad Ignazio La Russa ormai da un po’: riorganizzare i più critici verso il governo (e il Pdl ne è pieno) e creare alla Camera un gruppo parlamentare autonomo che sia il primo passo verso un movimento di destra «legalitario e identitario». Un partito che potrebbe dire liberamente la sua sul governo e guardare a quell’elettorato che in Francia è confluito nel Fronte nazionale di Marine Le Pen.

Dell’operazione si parla da qualche settimana e l’argomento è stato oggetto anche di lunghi confronti tra La Russa e Angelino Alfano. Oltre che tra i colonnelli della ex An, visto che Altero Matteoli e Gianni Alemanno sembrano essere piuttosto scettici sull’abbandonare il Pdl. La vera discriminante, però, è solo una: creare qualcosa che non sia una «ridotta» di ex missini, ma un contenitore più ampio. Insomma, se della partita facessero parte nomi come Renato Brunetta, Maurizio Sacconi o Gabriele Albertini allora il progetto potrebbe davvero andare avanti. Sempre che si dia spazio a volti nuovi e si individui una leadership «credibile» che, secondo alcuni, potrebbe essere quella di Giorgia Meloni (donna, giovane, preparata e con già una lunga esperienza alle spalle).

In questo schema il Pdl finirebbe per «dividersi» in due: le colombe «responsabili» nel sostegno al governo e i falchi «critici» verso Monti. Due «pezzi» destinati a confluire poi in quella federazione evocata da Berlusconi nei giorni scorsi raccogliendo però due fette di elettorato diverse. «Un po’ lo schema che ha usato il Pd alle amministrative dove ha mitigato le perdite dovute al sostegno a Monti appoggiando candidati dell’Idv, un partito antigovernativo», spiega un importante dirigente di via dell’Umiltà. E in quella stessa federazione finirebbe poi la lista dei «fedelissimi di Berlusconi «senza se e senza ma» il cui nome più gettonato è al momento Avanti Italia. E porte aperte ad un Terzo polo che da ieri ha messo nero su bianco i suoi mal di pancia verso l’esecutivo se l’intervento in cui Giuseppe Consolo annuncia il voto di fiducia del Fli (seppure con qualche perplessità) sulle banche è stato riscritto da cima a fondo pochi minuti prima delle dichiarazioni di voto. Nella versione originaria, insomma, era ben più duro verso il governo. Segno che il malumore monta anche da quelle parti.

Tanto che nei suoi sondaggi La Russa è arrivato anche «vicino» al Terzo polo se della questione ha discusso con l’ex sindaco di Milano Albertini. E della partita potrebbe essere anche Italia Futura di Luca Cordero di Montezemolo. Un’operazione, quella dello «spacchettamento» del Pdl, che potrebbe «partire» dopo i ballottaggi di questo fine settimana, soprattutto dovesse arrivare un’altra batosta. Il «pretesto», infatti, sarebbe perfetto. Anche se perché la macchina si metta davvero in moto - sempre che si decida di andare in questa direzione - c’è ancora qualche settimana. Oltre che la necessità di fare chiarezza su come sarà la nuova legge elettorale.

Un dettaglio non indifferente se si decide di creare le premesse per correre alle prossime Politiche con una federazione di partiti. Intanto Berlusconi continua a ripetere che «il Pdl va ripensato». E pensa già alle prossime elezioni.

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