Interni

"Il pensiero unico è pericoloso". Il monito del sindaco di Monfalcone sul pericolo di islamizzazione

A breve in libreria con il volume "Ora basta - Immigrazione, islamizzazione, sottomissione", edito da Signs Publishing, il sindaco di Monfalcone lancia l'allarme sul rischio dei porti aperti

"Il pensiero unico è pericoloso". Il monito del sindaco di Monfalcone sul pericolo di islamizzazione

Ascolta ora: ""Il pensiero unico è pericoloso". Il monito del sindaco di Monfalcone sul pericolo di islamizzazione"

"Il pensiero unico è pericoloso". Il monito del sindaco di Monfalcone sul pericolo di islamizzazione

00:00 / 00:00
100 %

L'attentato di Mosca fa ricadere il mondo, non solo l'Europa o la Russia, nell'incubo del terrorismo islamico. Ma porta anche a necessarie riflessioni sul processo di islamizzazione dell'Occidente. È su questi due pilastri che si orienta il ragionamento di Anna Maria Cisint, sindaco di Monfalcone, da alcune settimane sotto scorta per aver ricevuto credibili minacce proprio da soggetti legati all'islamismo. "Ciò che è successo a Mosca, in Francia e un pò ovunque, è la dimostrazione della pericolosità del pensiero unico di questa sinistra, dell'idea di porte aperte, spalancate", ha spiegato all'Adnkronos, nonostante, mai come in questo periodo, esista "l'urgenza di porre attenzione particolare rispetto agli sbarchi e ai luoghi di ritrovo".

Il sindaco rivela di aver condotto alcune ricerche e di aver appurato che "ci sono finanziamenti dal Qatar, dal Marocco, e per la realizzazione di moschee non c'è una mappatura, nonostante si parli di luoghi potenzialmente ritrovi di terroristi". Cisint è nel mirino dell'estremismo islamico per aver chiuso due centri nella sua città e per aver dichiarato apertamente di voler combattere l'islamizzazione di Monfalcone, dove non è più questione di integrazione ma, quasi, di sostituzione. E sono questi i temi che lo stesso sindaco porta nel libro di prossima pubblicazione "Ora basta - Immigrazione, islamizzazione, sottomissione", edito da Signs Publishing e uscito con la prefazione di Matteo Salvini.

"È quasi diventata una triste moda, soprattutto negli ultimi anni, quella di cedere il passo, di scegliere di stare da un'altra parte rispetto all'Italia da parte di persone che, principalmente a sinistra, stanno optando per diventare qualcos'altro", prosegue Cisint, dal cui punto di vista tutto questo risulta "incomprensibile". Nella sua analisi, il sindaco sostiene che questo sia "un tentativo da parte della sinistra di trarre un vantaggio futuro, politico, di voto, agganciando un segmento per riuscire ad avere qualcosa di più a livello di consensi. Rischiamo però da tanti punti di vista di scomparire". Parlando della realtà che lei ben conosce, che è quella del suo comune, Cisint ha spiegato che a Monfalcone "si registra il 33% di immigrazione di cui il 22% è musulmano, il 75% delle donne musulmane è completamente velato, le bambine vanno a scuola con il velo integrale".

Ma questa non è integrazione, "oltretutto le comunità musulmane che da sette anni affronto non hanno alcuna intenzione di integrarsi, nemmeno parlano italiano". E c'è anche un altro elemento, che troppo spesso non viene considerato o viene sottovalutato, ossia che, spesso, "se la legge italiana contraddice quella coranica loro non hanno dubbi e applicano la seconda". E per spiegare al meglio la sua esperienza di gestione di queste comunità in qualità di amministratore, il sindaco snocciola anche dati oggettivi, in base ai quali a Monfalcone "il 95% del welfare del bilancio del comune di Monfalcone è destinato agli extracomunitari, ai quali va anche il 75% degli alloggi". Gli incontri che si sono succeduti negli anni, ha proseguito il sindaco, sono stati numerosi e quel che è stato chiesto in cambio alla comunità islamica, proprio per favorire l'integrazione, è stato di effettuare un lavoro comune per favorire la parità di genere.

Ma ogni richiesta è caduta nel vuoto. "A Monfalcone lavorano 8 donne musulmane su 6.600 residenti, perché l'idea è che le donne stanno a casa, non parlano italiano, fanno figli", ha proseguito il sindaco, raccontando una realtà comune a moltissime città. "Gli islamici sono cresciuti come numero e ritengono di non avere doveri. Oltretutto è grave che, al contrario delle altre religioni, le comunità musulmane non abbiano mai voluto sottoscrivere una intesa, non accettando alcuni obblighi che la legge italiana impone", spiega ancora Cisint, che non ha mai avuto altre problematiche simili con le diverse comunità straniere della sua città.

Nonostante le difficoltà, anche grazie al sostegno che riceve da altri sindaci e dai cittadini, non si arrenderà, spiega, perché certa che questa "sia una battaglia giusta".

Commenti