Una perizia sbugiarda i no global. Cancellieri contestata a Rimini

Mentre le perizie sbugiardano chi soffia sul fuoco della violenza contro le forze dell'ordine, anche il ministro dell'Interno Annamaria Cancellieri finisce nel mirino dei contestatori, accusata da alcuni studenti di una scuola di Rimini: «Lei ha comandato di caricare i nostri coetanei, come fa a parlare di legalità? È una vergogna».
È di ieri la perizia scientifica che smonta la ricostruzione di alcuni quotidiani. I lacrimogeni che sembravano «piovuti» dal ministero della Giustizia sui manifestanti in fuga in via Arenula, ripresi da diversi video amatoriali e diffusi su internet, sono stati in realtà lanciati da Ponte Garibaldi e poi sono rimbalzati sui muri del palazzo. A dirlo è il Racis (Raggruppamento investigazioni scientifiche) dei carabinieri, che così scagionano i “cugini” della Polizia. «È di tutta evidenza che la traiettoria ondeggiante può essere prodotta solo in fase di ricaduta e non in fase ascendente». La gittata dei lacrimogeni, evidenza il Racis, è «dell'ordine di 100-150 metri» e dunque è «coincidente con il posizionamento delle forze di polizia all'altezza di Ponte Garibaldi, come osservabile dal altro video acquisito».

Intanto un agente in servizio presso il commissariato Viminale è stato iscritto nel registro degli indagati della Procura di Roma per avere colpito un manifestante già immobilizzato a terra da altri due poliziotti, e ora rischia una sospensione, fa sapere la polizia, che ha pure avviato un'inchiesta disciplinare. Se ha sbagliato pagherà, come aveva detto il ministro Cancellieri. Ma questo non è bastato a collettivi e centri sociali che ieri hanno contestato la titolare del Viminale. E così il prefetto di prima classe ribattezzata Nonna d'Italia per l'affetto per i «quattro meravigliosi nipotini» (all'insediamento disse che il piccolino, due anni all'epoca, gridava «nonna mia, nonna mia» alla tv, indicando lo schermo) è diventata Nonna Acab (l'acronimo inglese All cops are bastards, tutti gli sbirri sono bastardi, ndr). La Cancellieri, probabilmente, non se l'aspettava. E invece a promuoverla sul campo bersaglio, nonna-sbirro da contestare al pari dei poliziotti, sono stati i «nipotini» delle scuole di Rimini, che a una manifestazione per la Giornata della legalità le hanno urlato «vergogna» e l'hanno contestata. Nessun tafferuglio, non ci sono stati incidenti. Ma il dato della contestazione è lì, inquietante. Perché trasforma il Viminale in obiettivo tout court da colpire. Come chi indossa la divisa. Come lo Stato.

Il destino di nonna Annamaria è segnato. L'equazione dell'odio, poliziotto uguale nemico sta a ministro dell'Interno nemico anche lei, anche se ha le fattezze bonarie di una nonna, et voilà, è servita. L'odio non fa sconti, a nessuno, specie quando è cieco e si rivolge in modo aprioristico a intere categorie. Vale per gli agenti, presi di mira dai violenti a volto coperto a ogni manifestazione di piazza, vale anche per il ministro che parlando dei fatti di Roma prometteva: «Puniremo i violenti». I ragazzi le hanno urlato contro e hanno cercato di esporre uno striscione con la scritta «Stop violenza polizia. Identificativi sulle divise». Nonna Annamaria ci ha provato con le buone: «L'identificativo è una cosa su cui stiamo lavorando, ma va fatto in maniera da tutelare la sicurezza dell'operatore». Poi sul palco è salita Federica, attivista del collettivo Paz. E lì la platea è esplosa. Contro la nonna-sbirro. «È inaccettabile – ha urlato quella nipotina inviperita – che il ministro dell'Interno che ha comandato di caricare stia qui a parlare di legalità, è una vergogna». E giù applausi, urla, anche qualche accusa di «fascismo». «Sapete cos'è il fascismo? Sapete quali sono le forme di squadrismo?», ha replicato il ministro.

Quindi, a manifestazione finita, il commento amaro: «Penso – ha detto – che la cosa più importante sia il parlare e l'ascoltare. Sarebbe stato bello un dibattito. Questo non c'è stato e secondo me non è molto democratico». La nonna d'Italia non c'è più. Suo malgrado le hanno messo addosso una divisa. Una divisa da colpire.

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