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"Cambiamo codice etico". Così si sconfessa la storia del M5S

Il nuovo Codice etico dei 5 Stelle rinnega la vocazione anti-partito. Più poteri al presidente, obbligo di attenersi all'indirizzo politico e novità sui contributi: il Movimento cambia ancora pelle

"Cambiamo codice etico". Così si sconfessa la storia del M5S
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Da movimento anti-casta alle sembianze di un vero e proprio partito il passo è breve. Anzi, brevissimo. Sì, perché il Movimento 5 Stelle ha impiegato davvero poco tempo per mettere in atto un percorso di rinnovamento (interno ed estetico) e con il passare del tempo continua la genesi che nei fatti sconfessa la tanto chiacchierata vocazione anti-partito su cui aveva posto le basi della propria azione da quando era nato. Infatti l'operazione di rinnovamento va avanti e il M5S si ostina a cambiare di nuovo pelle, allontanandosi via via dall'aspetto delle origini.

Il nuovo codice etico del M5S

Mercoledì 1 febbraio, dalle ore 10 alle 22, gli iscritti potranno esprimersi in merito alla modifica del codice etico proposta dal presidente e approvata dal Comitato di garanzia. Alla consultazione in Rete si potrà partecipare esclusivamente utilizzando lo strumento telematico online SkyVote. Visionando il documento (clicca qui per leggere) vengono alla luce quattro pilastri su cui si poggia l'ennesima rivoluzione grillina: più poteri al presidente, via i riferimenti alla piattaforma Rousseau, obbligo di attenersi all'indirizzo politico e novità sui contributi economici obbligatori.

Il Codice etico detta una serie di regole comportamentali ed etiche che iscritti, candidati e portavoce eletti dovranno rispettare. Il nuovo "sistema" ha ricevuto il via libera dal Comitato di garanzia a maggioranza dei suoi componenti. Il passo segue quelli relativi all'approvazione del nuovo Statuto e della Carta dei principi e dei valori; inoltre fa eco ad altre novità recenti come l'elezione dei nuovi organi associativi e la nomina dei coordinatori regionali.

Più poteri al presidente Conte

Innanzitutto Giuseppe Conte potrà godere di maggiori poteri rispetto a quanto previsto fino a questo momento. I parlamentari eletti dovranno accettare un meccanismo di rotazione periodica del capogruppo e degli organi direttivi del gruppo parlamentare di appartenenza da scegliere nell'ambito di una rosa di nomi proposti dal presidente (e non più dal Comitato direttivo). Al leader sarà riconosciuto l'onore di scegliere il primo capogruppo e i primi organi direttivi (la cui durata sarà di 18 mesi).

Non solo: l'organizzazione e la costituzione di gruppi di comunicazione spetta al presidente (e non più al Comitato direttivo) per quanto riguarda il Parlamento italiano ed europeo, la presidenza del Consiglio e i ministeri. Bisognerà poi coordinare la partecipazione ai programmi televisivi o radiofonici a diffusione nazionale con i responsabili della comunicazione nazionale del Movimento 5 Stelle designati dal presidente (e non più dal Comitato direttivo).

L'obbligo di indirizzo politico

Viene inoltre dedicato un intero nuovo paragrafo alla linea che andrà osservata nel corso della propria esperienza parlamentare. Ogni portavoce eletto ha l'obbligo di "attenersi all'indirizzo politico del Movimento 5 Stelle così come determinato dal presidente, a contribuire alla sua attuazione e a rispettare i documenti politici o ogni altra decisione degli organi associativi assunta". E qui sorgerà un grosso problema: visti i vari ripensamenti e le retromarce dei grillini, non sono da escludere momenti di caos e incertezze sulle posizioni da adottare.

Novità sui contributi

In precedenza ciascun parlamentare italiano ed europeo e consigliere regionale eletto era obbligato a erogare un contributo economico destinato al mantenimento delle piattaforme tecnologiche che supportano l'attività dei gruppi e dei singoli parlamentari. Invece nel nuovo testo si afferma che il contributo sarà rivolto in parte alle spese di funzionamento dell'Associazione M5S e in altra parte alla restituzione alla collettività, "nelle forme e nei modi da determinarsi con apposito regolamento ai sensi dell’art. 5 lett. j dello Statuto".

Via il riferimento a Rousseau

Nel nuovo Codice etico scompare l'obbligo (per ogni parlamentare italiano ed europeo e consigliere regionale eletto) di utilizzare la piattaforma Rousseau come principale mezzo di comunicazione al fine di "uniformarsi agli obblighi di trasparenza e puntuale informazione dei cittadini e degli iscritti al Movimento 5 Stelle delle proprie attività parlamentari".

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