Roma - Smaltita la sbornia delle Politiche e in attesa che si sblocchi lo stallo, lo sguardo dei partiti si sposta verso la Capitale. Qui le elezioni sono previste per fine maggio. Mancano quindi poco più di due mesi al traguardo. La matassa - metafora bonaria per caos - appare, però, ancora ingarbugliata e difficile da dipanare. Pdl e Pd, infatti, non hanno ancora ufficializzato le loro scelte. I centristi escono con le ossa rotte dal voto. E su tutto incombe la minaccia di Beppe Grillo, il possibile «sparigliatutto» che ha messo nel mirino il Campidoglio e sta invitando il movimento a battere le periferie e fare di tutto per conquistare la Capitale. Un successo qui avrebbe, infatti, un valore simbolico fortissimo e rappresenterebbe un traino eccezionale verso le possibili elezioni anticipate.
Molti attendono la prima mossa del sindaco uscente per muoversi. Gianni Alemanno nelle ultime ore ha alzato il pressing sul centrodestra per definire regole e criteri della scelta. Ha parlato con Silvio Berlusconi per ottenerne l'appoggio in campagna elettorale. Ed è anche pronto a misurarsi con eventuali primarie ma solo a condizione che siano reali e non un trampolino di visibilità per dirigenti locali senza possibilità di vittoria.
La novità delle ultime ore è che dentro Fratelli d'Italia si sta seriamente riflettendo sulla discesa in campo di Giorgia Meloni. Nel partito si trincerano dietro un prudente «vedremo». Ma Fabio Rampelli ne sta ragionando con l'ex ministro delle Politiche Giovanili. Sfidare Alemanno nelle primarie non viene considerata una impresa impossibile e potrebbe consolidare la presenza del neonato partito. Inoltre una sfida aperta potrebbe dare forza e legittimazione al candidato vincente, chiunque fosse, senza concedere un vantaggio al Pd (anche se c'è chi sostiene che, al contrario, sarebbe meglio evitare dispersione di forze).
Nel Pd continua il balletto sulle primarie, spostate varie volte e forse convocate il 7 aprile. La rosa dei nomi continua ad allungarsi. Tra i candidati possibili ci sono David Sassoli, Paolo Gentiloni, Patrizia Prestipino e forse Ignazio Marino, sostenuto da Goffredo Bettini, così come periodicamente torna la suggestione Bianca Berlinguer. C'è poi l'incognita Alfio Marchini. L'imprenditore che ha tappezzato Roma di cartelloni con i «cuori spezzati» avrebbe dovuto essere il candidato dell'Udc e dei montiani. Dopo la débâcle centrista, però, vorrebbe mettersi in gioco partecipando alle primarie del Pd, rivendicando lo storico legame tra la sua famiglia e il Pci. Il partito di via del Nazareno, però, è spaccato su questa ipotesi con l'ala dalemiana disponibile e il segretario di Roma, Marco Miccoli, contrario.
I grillini, a loro volta, starebbero vagliando addirittura 57 candidature a sindaco da sottoporre alla rete. Tra i maggiori partiti, comunque, la preoccupazione per M5S c'è ma fino a un certo punto.
«Grillo alla Camera nel Lazio ha preso il 28% ma alle Regionali è sceso al 20», spiegano. «A Roma serve il radicamento, servono candidati che conoscano il territorio e riescano a ottenere preferenze. Il voto di opinione non basta».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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