
Ci sono due documenti Oms sui Piani pandemici che inchiodano il governo di Giuseppe Conte e la sua gestione tragicomica dell'emergenza. Siamo così sicuri che il Piano pandemico del 2006, accantonato dal ministro della Salute Roberto Speranza senza essersi consultato con Cts e task force - come rivelano i verbali dell'audizione degli ex membri in commissione Covid, recentemente desecretati - non fosse più valido perché colpevolmente non aggiornato? Al di là della bugia detta agli italiani e ai magistrati per schivare l'accusa di epidemia colposa, atteso che secondo diversi esperti l'applicazione avrebbe evitato migliaia di morti, se davvero Speranza si fosse consultato coi suoi tecnici avrebbe saputo dell'esistenza di un documento datato 6 febbraio 2020 dal titolo "Piano strategico di preparazione e risposta al COVID-19 (SPRP)”, che voleva fornire agli Stati delle linee guida per sostenerli nella risposta al Covid-19, un processo che “dovrebbe basarsi sui piani esistenti di emergenza sanitaria pubblica per la contingenza, la preparazione e la risposta, inclusi quelli per l’influenza pandemica.” Ulteriori indicazioni vennero fornite dall’Oms attraverso un altro documento, pubblicato il 12 febbraio 2020, ovvero le "Linee guida operative nazionali di preparazione e risposta". "Tali linee guida - viene specificato - possono essere utilizzate “per adattare rapidamente i Piani d’azione nazionali per la sicurezza sanitaria (Naphs) e i Piani di preparazione all’influenza pandemica (Pipp) al Covid, facendo tesoro di quanto appreso finora sul virus e traducendo tale conoscenza in azioni strategiche in grado di orientare gli sforzi di tutti i partner nazionali e internazionali a sostegno dei governi nazionali".
Adattare, non riscrivere. Secondo quanto scritto dall’Oms “questa guida non sostituisce le linee guida e i piani nazionali esistenti”. Ma al contrario, dovrebbe essere utilizzata per adattare rapidamente i pertinenti piani nazionali già esistenti, inclusi i Naphs nazionali e i Pipp anti influenzali.
Per quale motivo, dunque, il Piano pandemico e influenzale Sars del 2006, venne completamente ignorato dalle autorità sanitarie italiane? In commissione d’inchiesta Covid, il pesidente Fdi Marco Lisei fece notare all’ex direttore generale del ministero della Salute, Giuseppe Ruocco, che all’interno del Piano pandemico del 2006 “ci sono tutte le azioni chiave e le fasi della pandemia che sono abbastanza sovrapponibili a quello che è successo”, in particolare “migliorare la sorveglianza epidemiologica e virologica, che credo sia adattabile perché la sorveglianza epidemiologica c’è in qualsiasi pandemia”. E ancora - aveva proseguito Lisei - “se nei reparti c'erano dei picchi di ricoveri per patologie respiratorie, la sorveglianza epidemiologica viene sempre fatta, anche sulle influenze, quindi, non è un'azione che doveva essere per forza legata a quella”. Messo alle strette, Ruocco non potè far altro che confermare che la sorveglianza clinica “si poteva fare”.
E perché non è stata fatta? Nel novembre 2020, la redazione bergamasca del Corriere della Sera riportava i dati delle polmoniti anomale dell’ospedale Papa Giovanni XXIII, “che sembrano individuare un trend: 29 casi a novembre del 2018 e 43 a novembre 2019, con un incremento anno su anno del 48%”. Lo stesso incremento si verificava nel dicembre 2019: “29 nel 2018 e 42 nel 2019, anche in questo caso una crescita del 48%”. L’ex portavoce del ministro Speranza, Nicola Del Duce, nel suo libro Nel palazzo bianco, scrive - in linea con l’ex titolare del dicastero della Salute - che “il non aggiornamento del Piano, che doveva contenere le istruzioni da seguire in caso di pandemia, é costato alle istituzioni un pezzo importante di credibilità nella gestione della prima fase dell’emergenza”. E che “il primo documento, adottato nel 2006, era focalizzato sul panflu, ossia un’epidemia influenzale”. Di conseguenza “non sarebbe servito a granché di fronte a un virus di cui nelle prime settimane non si sapeva nulla”. In Commissione d’Inchiesta, incalzato dal capogruppo Fdi alla Camera Galeazzo Bignami, l’ex direttore della programmazione sanitaria Andrea Urbani specificava che il piano pandemico del 2006 “è stato valutato non applicabile”, ma non da lui, bensì dalla direzione generale della Prevenzione del ministero della Salute, cui spetta il compito in presenza di una possibile pandemia di “scegliere la cassetta degli attrezzi”. Tale versione è condivisa anche da Ruocco il quale peró aggiunge che Claudio D’Amario che era il responsabile della Prevenzione non avrebbe potuto agire senza l’approvazione del ministro Speranza (“l'attuazione era in capo al direttore generale, ma non credo che il direttore generale l'avrebbe fatta senza sentire il ministro per una cosa così importante”). Eppure, proprio in commissione d’inchiesta, il presidente della fondazione Gimbe, Sergio Cartabellotta, dichiara che “se nel 2020 l'Italia avesse applicato il piano pandemico del 2006, anche se non aggiornato, avremmo avuto molti meno morti".
Come ha ricostruito il Giornale, prima di lasciare l’Italia a novembre del 2017, Guerra aveva proposto l’aggiornamento alla ministra Pd Beatrice Lorenzin. Il suo successore, Claudio D’Amario, lo presentò al ministro M5s dell’epoca Giulia Grillo, che non lo prese in considerazione. Infine, tra dicembre 2019 e gennaio 2020 – prima dello scoppio dell’epidemia – il dirigente Francesco Paolo Maraglino lo ripropose senza risultati. Al ministero c’era già Speranza. Eppure proprio lui, riferendosi all’approvazione del nuovo piano pandemico nel gennaio 20201, nel suo discorso al Senato di pochi mesi dopo in occasione della mozione di sfiducia proposta da una trentina di senatori, si vantava di avere realizzato in pochi mesi “quello che non è stato fatto in molti anni”.
La domanda a questo punto è inevitabile: perché Lorenzin, Grillo e Speranza non hanno dato corso alle richieste dei funzionari del ministero della Salute accelerando sull’approvazione e sul finanziamento del Piano pandemico? E perché quello del 2006 è stato accantonato, contrariamente alle indicazioni dell'Oms? Quante vite si sarebbero potute salvare?