Piantedosi manda i commissari a Bari

Sospette infiltrazioni in Comune, il ministro avvia le verifiche. La furia del Pd: «Atto di guerra»

Piantedosi manda i commissari a Bari
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Una commissione di accesso per verificare l’ipotesi di scioglimento del comune di Bari. L’ha nominata il ministero dell’Interno guidato da Matteo Piantedosi. E tanto è bastato per scatenare l’ira del sindaco di Bari, Antonio Decaro, che parla di «atto di guerra nei confronti della città» e della segretaria del Pd Elly Shlein, che definisce la scelta «molto politica e molto grave, a tre mesi dalle elezioni».

A dare la notizia dell’avvio dell’iter per lo scioglimento del comune del capoluogo pugliese è stato, sui social, lo stesso Decaro, che ha raccontato di aver ricevuto l’informazione da una telefonata del ministro Piantedosi.

«L’atto - ha spiegato il sindaco - come un meccanismo a orologeria segue la richiesta di un gruppo di parlamentari di centrodestra pugliese, tra i quali due viceministri, e si riferisce all’indagine per voto di scambio in cui sono stati arrestati tra gli altri l’avvocato Giacomo Olivieri e la moglie, consigliera comunale eletta proprio nelle file di centrodestra». L’indagine dell’Antimafia che ha inferto un duro colpo al clan Palermiti-Parisi, ha portato alla nomina di un commissario giudiziario per Amtab, la municipalizzata in cui alcune assunzioni sarebbero state decise dal gruppo malavitoso.

Con toni a dir poco irritati, il primo cittadino di Bari ha voluto sottolineare l’unicità dell’evento: «Incuranti delle parole del Procuratore distrettuale antimafia - che in conferenza stampa ha detto testualmente: “l’amministrazione comunale di Bari in questi anni ha saputo rispondere alla criminalità organizzata”, gli stessi soggetti che nel 2019 hanno portato in Consiglio Comunale due consiglieri arrestati per voto di scambio, ora spingono per lo scioglimento di un grande capoluogo di regione, evento mai successo in Italia, nemmeno ai tempi dell’inchiesta su Mafia Capitale». Da qui il commento irritato: «È un atto gravissimo, che mira a sabotare il corso regolare della vita democratica della città di Bari, proprio (guarda caso) alla vigilia delle elezioni».

Al suo fianco la leader del Pd Schlein, Rimaniamo basiti rispetto alle modalità con cui il ministro Piantedosi ha annunciato la nomina della Commissione per la verifica dello scioglimento del comune di Bari Nei giorni scorsi aveva presentato in Prefettura un dossier da 23 fascicoli nel quale sono raccolte tutte le attività svolte dal Comune di Bari contro la criminalità organizzata. «È evidente - ha insistito il sindaco - vista la rapidità con cui è giunta la notizia della nomina della Commissione, che nessuno si è curato di leggere quelle carte. In realtà, una nota del Viminale spiega meglio cosa sia accaduto. «In relazione al provvedimento di accesso ispettivo nei confronti del Comune di Bari, di cui ha dato notizia il sindaco Decaro», il ministero dell’Interno «precisa che lo stesso si è reso necessario in esito ad un primo monitoraggio disposto dal Viminale circa i fatti emersi a seguito dell’indagine giudiziaria che ha portato a più di 100 arresti nel capoluogo pugliese e alla nomina, da parte del Tribunale, ai sensi dell’art. 34 del codice antimafia, di un amministratore giudiziario per l’azienda Mobilità e Trasporti Bari spa, interamente partecipata dallo stesso Comune». Il Viminale, si legge ancora nella nota, «precisa inoltre che l’accesso ispettivo, disposto ai sensi di specifiche previsioni di legge, a Bari come in altri diversi enti locali per analoghe circostanze, non è pregiudizialmente finalizzato allo scioglimento del Comune bensì ad un’approfondita verifica dell'attività amministrativa, anche a tutela degli stessi amministratori locali che potranno offrire, in quella sede, ogni utile elemento di valutazione».

«Le parole di fuoco del sindaco Decaro sono francamente sconcertanti - spiega invece il deputato leghista Davide Bellomo,

componente della commissione giustizia della Camera - L’atto di guerra a Bari e ai baresi lo hanno dichiarato quei criminali che hanno infiltrato la mafia nel Comune, prendendo il pieno controllo di importanti società come Amtab».

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