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Pierino, ragazzino da barzelletta che diventa un film

Pierino è grande, e Alvaro Vitali è il suo profeta. Nato come protagonista di ogni genere di barzellette, acute e sconce, ironiche e moraleggianti, ciniche e catastrofiche, è il «ragazzo qualunque» che galleggia in un quotidiano fatto di pernacchie e lacrime, di provocazioni e levate d'ingegno. Il cinema s'è impossessato della sua anima gaudente, del suo stile da joker incontenibile. Nessuno meglio dell'attore trasteverino avrebbe potuto dargli corpo. La scuola la vede come fumo negli occhi, quando la scuola non s'incarna nelle forme generose della maestra di turno, la mitica Michela Miti o chi per lei. La scuola è per lui una galera da cui perennemente tenta la fuga come fosse un Alcatraz o un Regina Coeli. Nessuno, né professori, né presidi, né parenti vari, riesce a confinarlo in isolamento. Pierino-Alvaro Vitali è interprete di una libertà irresponsabile e gaudente, del «gaudeamus igitur» goliardico. Ma quando la barzelletta o il film finiscono, finisce anche il suo compito.

E per i suoi emuli iniziano i guai.

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