Pirellone, ultimo giorno tra saluti e baraonda con show della Minetti

Seduta finale in Regione: l'arrivederci di Formigoni. La consigliera a un cronista: "Smettila di toccarmi"

Pirellone, ultimo giorno tra saluti e baraonda con show della Minetti

Milano Ultimo giorno di scuola di una legislatura regionale da dimenticare. Molto movimento, e non solo politico, tra il Pirellone e Palazzo Lombardia, i due grattacieli milanesi sede e simbolo di un potere in via di scioglimento anticipato. È il giorno di Roberto Formigoni, al suo ultimo brindisi dal trentanovesimo piano vista laghi e monti. Scherza? «Appuntamento tra cinque anni, forse anche prima...».

Nello storico edificio firmato Gio Ponti, tra il legno della buvette e i pavimenti del pian terreno, si consuma l'estremo battibecco tra Nicole Minetti, la consigliera regionale lombarda più famosa d'Italia, e i giornalisti che la prendono d'assedio sin dal suo tentato debutto in politica.
Scene da film di Pierino. Iniziamo dal ciak finale. «Allora Nicole, tutte queste spese nelle spa e negli hotel, che impegni istituzionali erano?» chiede un cronista di Telelombardia, bloccandola fisicamente mentre cercava di guadagnare l'uscita del palazzo. «Mi hai toccato una tetta? Eh, oh dai! dai, eh!» protesta sotto gli occhiali scuri e il voluminoso gilet di pelliccia. «Su, con calma, allora Nicole le spese...» riprende il giornalista, che sembra molto più interessato a farle i conti in tasca che sotto i vestiti. «Le spa le hai viste solo te...» replica lei. Nuovo corpo a corpo, con reazione immediata della ex soubrette di Colorado Cafè: «Toccami un'altra volta, poi ti tocco io e so' c...».

Più tardi, al telefono, Nicole Minetti ricostruisce che il tafferuglio è partito davanti a un caffè al bar. «Voleva farmi una domanda, io gli ho detto: no, no, no, poi mi ha ribeccato di sopra e mi ha toccato». Ma apposta? «Non credo, ma questo non c'entra, voleva bloccarmi, però non si fa così. Ma una palpata intenzionalmente no...».
È anche l'uscita di scena del capogruppo leghista Giorgio Galli, sempre pronto a tuonare contro Roma ladrona e adesso costretto a misurarsi con i panni scomodi di colui che scandalizza l'opinione pubblica. In primis padana. «Cari amici di Facebook, vi comunico che ho provveduto a rimborsare interamente a Regione Lombardia le spese sostenute per il ricevimento matrimoniale di mia figlia, che erroneamente erano state inserite nella mia personale lista dei rimborsi» dice il duro e puro lumbàrd.

La seduta si era aperta con l'annuncio della nascita di Centrodestra nazionale, il nuovo gruppo regionale degli An: tra i tre componenti Romano La Russa, fratello di Ignazio. Qualche scampanellìo dopo è arrivata la notizia del nuovo spacchettamento del Pdl. Nasce Lombardia popolare, gruppo costituito da un ciellino vicino a Roberto Formigoni (Marcello Raimondi) e altri due consiglieri di area per così dire incerta (Doriano Riparbelli, eletto nel listino bloccato, e Angelo Gianmario).
Formigoni parla del suo futuro ancora incerto. Fa sapere senza giri di parole di voler andare in Parlamento. «Mi guarderò in giro, continuerò a fare politica...

» assicura prima di levare in alto il calice. «Non è l'ultima seduta, il consiglio potrà ancora essere convocato...» ricorda. Ma tra incognite e inchieste è una giornata triste. E anche il brindisi di Natale con la stampa è mesto.

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