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"Ognuno si prenda le sue legnate". Lo scaricabarile Pd su Qatargate e Soumahoro

Il sindaco Giorgio Gori chiede ai dem uno scatto d'orgoglio sulle vicende d'attualità. "Com'è che tutto finice in conto al Pd?". "Un po' di orgoglio, che cavolo"

"Ognuno si prenda le sue legnate". Lo scaricabarile Pd su Qatargate e Soumahoro

Dopo i giorni dei silenzi imbarazzati e delle prime timide esternazioni, a sinistra è partito lo scaricabarile. Ciascuno si becchi il proprio scandalo: ora è il momento dei distinguo pure tra i compagni. Le scomode vicissitudini che hanno lambito l'area progressista e disintegrato il moralismo rosso sono effettivamente diventate un impaccio, un fastidio politico da scrollarsi di dosso. Così nel Pd c'è chi ha iniziato a rialzare la testa e a sostenere che il caso Soumahoro e il Qatargate non sarebbero affare dei dem. Questi ultimi non c'entravano, non sapevano. Forse erano distratti. In ogni caso, quelle spinose traversie non sono dipese da loro.

A lanciare la patata bollente verso gli altri partiti di sinistra è stato in particolare il sindaco Pd di Bergamo, Giorgio Gori. Sui social, il primo cittadino bergamasco si è lasciato andare a uno sfogo chiedendo ai dem un moto d'orgoglio rispetto alle vicende che stanno facendo vacillare la presunta "superiorità morale" dei progressisti. "Fatemi capire: Soumahoro è della ditta Bonelli&Fratoianni; Panzeri è di Art.1. Com'è che tutto finisce in conto al Pd?", ha scritto Gori sul popolare social network. E ancora: "Adesso, per cortesia, ognuno si prende le legnate che gli toccano. E il Pd tiri fuori un po' di orgoglio e di amor proprio, che cavolo". Un ragionamento formalmente corretto, ma nei fatti alquanto discutibile.

Come può il principale partito della sinistra italiana chiamarsi fuori da situazioni che hanno scosso i comprimari della coalizione progressista? Il caso Soumahoro peraltro riguarda tematiche sulle quali il Pd si è sembre battuto, facendo la morale a quanti avevano una diversa visione del mondo. Non solo: nello stesso partito di Enrico Letta c'era chi guardava con ammirazione al deputato ivoriano (estraneo all'inchiesta, non indagato, ma politicamente chiamato a dare spiegazioni), considerandolo una sorta di "Papa straniero" al quale votarsi. Prima di voltargli le spalle, i dem ammiravano Aboubakar e forse invidiavano l'alleanza Verdi-Sinistra Italiana per averlo arruolato tra le proprie fila.

Analogamente, stupiscono i distinguo sul Qatargate. L'indagato Panzeri, infatti, era sì iscritto ad Articolo1 ma prima ancora militava nel Pd, partito che nel 2014 lo aveva ricandidato all'europarlamento nella circoscrizione del Nord-Ovest. L'inchiesta sulla presunta corruzione, peraltro, ha travolto personalità dell'S&d, il gruppo socialdemocratico del quale il Pd fa parte in Europa. "Ognuno si prende le legnate che gli toccano", ha osservato Giorgio Gori.

Ma il tentativo dem di alleviare i contraccolpi dell'attualità è una legnata sì, all'autocoscienza politica della sinistra.

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