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LA POLEMICA

La fine dell’Angelus di Benedetto XVI è stato accolto ieri mattina in piazza San Pietro dalle urla «vergogna!» ripetute più volte dalle decine e decine di manifestanti che l’altra mattina hanno partecipato alla marcia in ricordo di Emanuela Orlandi. All’interno del colonnato, durante il discorso del pontefice, è stato gridato più volte il nome della ragazza vaticana scomparsa nel giugno del 1983. Nel cielo, tra gli applausi della folla, è volata anche una sua foto in bianco e nero appesa a palloncini bianchi. «Siamo arrivati qui da tutta Italia - ha commentato una signora - per sentire dalla bocca del Papa il nome di Emanuela, ma anche questa volta torniamo a casa delusi. C’è qualcosa che non va, e che intanto qui c’è una famiglia che soffre e un mistero che ancora non trova pace». «Benedetto XVI ha salutato di tutto e di più - le ha fatto eco una ragazza - addirittura gli sportivi che praticano il tiro con l’arco.

Questo mi sembra davvero uno schiaffo per Emanuela. È sbagliato continuare in questo tipo di atteggiamento da parte del Vaticano». Parole dure anche dal fratello di Emanuela, Pietro Orlando: «Un peccato. Ci aspettavamo almeno una parola di preghiera».

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