Politici, sceicchi e pure Clinton alla corte del re delle palestre

Nerio Alessandri chiama e tutti rispondono: da Napolitano a Passera, da Elkann a Benetton. Fino all'ex presidente Usa

Nerio Alessandri con Bill Clinton
Nerio Alessandri con Bill Clinton

Lo Steve Jobs del benessere. Il talebano del wellness. Un imprenditore visionario. Chi è Nerio Alessandri, inventore e padrone dell'azienda leader mondiale nel settore delle attrezzature e dei servizi per il benessere e l'attività fisica? L'altro giorno all'inaugurazione del suo Technogym Village alle porte di Cesena (150mila metri quadri di cui 60mila coperti, progettati dallo studio di architettura Antonio Citterio, Patricia Viel & Partners, colline, laghetti, prati all'inglese e piste ciclabili) erano presenti, fra gli altri, Giorgio Napolitano, Bill Clinton, i ministri Corrado Passera (Sviluppo economico), Renato Balduzzi (Salute), Piero Gnudi (Sport), Romano Prodi e Gianni Letta, John Elkann e Alessandro Profumo, Alessandro Benetton e Andrea Della Valle, il principe dell'Arabia Saudita Al Saoud e lo sceicco della famiglia reale di Abu Dhabi Al Nayan, Aurelio De Laurentiis e il direttore di Wired magazine, David Rowan, giornalisti da mezzo mondo. Technogym ha 2.200 dipendenti, totalizza 400 milioni di fatturato all'anno, di cui il 90 per cento all'estero, è fornitrice ufficiale delle ultime cinque Olimpiadi. Ed è fornitrice privata, tra le altre, delle palestre di Barack Obama, Vladimir Putin, Bill Gates, Madonna, George Clooney e Giorgio Armani. Ma chi è Nerio Alessandri lo sanno bene anche i frequentatori di palestre che sudano e sbuffano sui tapis roulant Technogym. È un italiano che lavora lontano dai riflettori e che, nel giorno del compleanno di Berlusconi e Bersani, ha radunato a Gattolle, piena Romagna, mezzo governo italiano, la «crème» dell'imprenditoria, sceicchi e presidenti.
La sua storia comincia nel 1983 in un garage al numero 44 di via Mentana, Cesena, da qui il nomignolo di «Steve Jobs del benessere». Figlio di un capomastro e un'operaia, Nerio riesce a convincere il papà a parcheggiare in strada la Golf per poterlo trasformare in officina. «All'inizio smontavo e rimontavo il mio motorino Caballero. Ma fin da bambino sognavo di diventare imprenditore per offrire al mondo qualcosa che prima non esisteva», ha raccontato a Stefano Lorenzetto che due anni fa lo ha intervistato per Panorama. Ora la sua azienda rifornisce le palestre delle nazionali di calcio di mezzo mondo, di squadre come Real Madrid, Juventus, Chelsea, Milan e dei piloti della Ferrari.
Nessuna aria da santone, 51 anni portati da quarantenne («mangio cinque volte al giorno, soprattutto frutta, verdura e pesce, faccio una colazione abbondante e mi muovo molto»), due lauree honoris causa a Urbino e Bologna, con lui il wellness diventa business perché è anche filosofia di vita. Il fitness e l'aerobica di Jane Fonda sono preistoria. «Dio ci ha creati per fare a piedi 30 chilometri al giorno», sostiene. Solo che «la tecnologia ci ha seduti. E siamo passati da 30 chilometri a 300 metri, quando va bene 500. Un'involuzione troppo repentina... Ecco perché ci ammaliamo». E la filosofia sembra funzionare se è vero che i suoi dipendenti si ammalano molto di rado. Perché sono di età media piuttosto bassa. Ma anche perché Alessandri ha concesso loro due ore di pausa pranzo a patto che ne trascorrano una parte nella palestra aziendale attrezzata con i macchinari della casa.
L'altro giorno, all'inaugurazione del campus, Napolitano ha detto che se dovesse rinascere «nella seconda vita farò più sport», Clinton che vorrebbe venire a lavorare alla Technogym: «Adoro questo lavoro» e, da lontano, il segretario del Pdl Angelino Alfano che il nuovo Village «è motivo di orgoglio per il nostro Paese». Oltre che potente, la lobby del benessere è trasversalissima.

Chi non vuole stare bene, essere in salute e scattante? Chissà, magari un giorno il nome di Alessandri spunterà in quelle classifiche della globalizzazione redatte da riviste come Forbes o Time sugli uomini più influenti e innovatori del pianeta. Ma non sarà più una sorpresa.

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