"Una porcata". Il centrodestra a Milano contro la nuova sede del Leoncavallo

Dopo il prevedibile via libera di Palazzo Marino alle linee di indirizzo relative al bando per la cessione del diritto di superficie dell'immobile di via San Dionigi, il centrodestra va all'attacco: "Schiaffo ai cittadini"

"Una porcata". Il centrodestra a Milano contro la nuova sede del Leoncavallo
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Il Comune di Milano, dopo i dubbi e le contestazioni, ha approvato le linee di indirizzo relative al bando per la cessione del diritto di superficie, per un massimo di 90 anni, dell'immobile di via San Dionigi, alla periferia sud est della città, che potrebbe diventare la nuova sede del Leoncavallo. Un documento che arriva a una settimana esatta dallo sgombero del centro sociale. Lo scorso marzo il Comune aveva ricevuto una manifestazione di interesse preliminare con richiesta di sopralluogo per la concessione d'uso dello stesso immobile, presentata dall'Associazione Mamme Antifasciste del Leoncavallo. La pubblicazione avverrà nelle prossime settimane e potranno partecipare diverse realtà ma dalle opposizioni a Palazzo Marino si è già sollevata la protesta.

"La delibera sulle linee d'indirizzo per raccogliere manifestazioni di interesse sulla destinazione della sede comunale in San Dionigi al centro sociale Leoncavallo è un'indecenza inaccettabile! Una porcata che Beppe Sala e la sinistra hanno confezionato ad hoc per assegnare una nuova casa ai delinquenti del centro sociale", è il duro comunicato di Silvia Sardone, consigliere comunale e vicesegretaria federale della Lega e Samuele Piscina, consigliere comunale e segretario provinciale della Lega. "L'assurdo è che il sindaco Sala si spende in ogni modo per i centri sociali, ma non muove un dito per le famiglie senza casa per i cantieri bloccati dopo lo scandalo urbanistica e, in questo stesso periodo, mette in difficoltà le sedi delle ambulanze non rinnovando gli affitti", prosegue la nota, in cui si sottolinea anche "che il Leoncavallo deve ancora 3 milioni di euro al Viminale e ha pesanti arretrati della Tari verso il Comune che superano il milione di euro".

Con questi presupposti, aggiungono Sardone e Piscina, "il centro sociale non potrebbe neanche partecipare a un bando pubblico. L'escamotage è stato trovato dal Centro Sociale e dal Comune facendo partecipare, al posto dell'associazione Mamme del Leoncavallo, la Fondazione Leoncavallo. Insomma, un nuovo soggetto prestanome, a primo impatto incensurato, dietro al quale si celano i leoncavallini". La Lega ha ovviamente annunciato di volersi opporre: "Stiamo ottimizzando l'esposto che presenteremo alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti".

Stessi toni duri sono stati usati da Francesco Rocca, consigliere comunale di Fratelli d'Italia a Milano, secondo il quale "la volontà di legalizzare il Leoncavallo in una proprietà comunale è uno schiaffo ai cittadini". L'immobile di via San Dionigi, ha spiegato il consigliere di FdI, "si trova in mezzo a due grandi parchi riqualificati e ben frequentati dopo anni di illegalità e degrado, incastrato tra attività produttive e associative presenti da tempo nel quartiere, a pochi metri dall'Abbazia di Chiaravalle, luogo sacro e storico che necessita rispetto e cura, dal già problematico quartiere Corvetto e dalla stazione di Rogoredo, ancora via vai di disperati che comprano e consumano droga tra Milano e San Donato. Il capannone ospita inoltre una colonia felina curata da volontari. Il sindaco vuole sfrattare pure loro? Un dovere morale opporsi a questa scelta scellerata e irrispettosa nei confronti dei milanesi". Anche l'onorevole Riccardo De Corato si è espresso sul tema definendo l'ok del Comune "l'ennesimo sfregio alla città e ai milanesi".

L'esponente di Fratelli d'Italia si è detto pronto a presentare "immediatamente richiesta di accesso agli atti e depositerò un esposto alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti affinché siano accertati, in tempi rapidi, tutti i profili di legittimità e di merito dell’operazione".

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