Il Comune di Milano non aveva evidentemente un gruppetto di giovani da chiamare per mettersi 5 minuti in posa per una foto e non ha voluto pagare un esperto di grafica e illustrazione per realizzare un'immagine da allegare a un post pubblicato sul profilo dell'assessorato alle Politiche del Lavoro. Oppure qualcuno si è affidato "ammiocugino" e il risultato è stato ben oltre il limite dell'imbarazzante per il post con il quale si comunicava la possibilità di assunzione per 12 persone al Coni.
I socialmedia manager, o chi per loro, devono aver pensato che utilizzare l'intelligenza artificiale, in assenza di qualcosa che avrebbe avuto un costo per le finanze del Comune, fosse un'ottima idea. Le immagini stock, quelle gratuite che si usavano fino a qualche tempo fa, forse non hanno appeal nelle nuove generazioni. O forse nemmeno ci hanno pensato. Hanno preferito pubblicare un'immagine "mostruosa", in cui la maggior parte dei soggetti ritratti con l'intelligenza artificiale assomigliano più a mostri che a persone vere. Sarebbe bastato zoomare prima di pubblicare per rendersi conto che quell'immagine non sarebbe mai dovuta essere condivisa sui social, tanto meno su quelli istituzionali del Comune di Milano.
Invece, quel passaggio è stato saltato e Palazzo Marino è stato al centro delle ironie fino a quando il post non è stato rimosso. Ma ormai il danno era fatto. "È un concorso per un posto fisso tra i Gremlin?", chiede un utente. E ancora: "Sembra più una locandina della nuova stagione di The Walking Dead o di un film con una apocalisse zombie", "Guardarla prima di pubblicare gli pareva brutto?", "Il comune di Milano invece di affidarsi a una grafica, a una illustratrice, a una copy, a una comunicatrice, a uno studio, a una designer, alla scuola Comix o Naba o Ied o simili, fa questa m.... di immagine usando male l'intelligenza artificiale *tanto la so fare anche io*".
Chiunque abbia un minimo di esperienza di utilizzo di intelligenza artificiale sa perfettamente che è un campo minato il suo utilizzo, soprattutto quando si chiede una generazione di immagini che prevede la presenza di più di un volto umano. L'intelligenza artificiale si limita a riconoscere pattern e a replicarli.
Quando il modello incontra una situazione leggermente fuori dai suoi dati di addestramento o deve combinare elementi in modi nuovi, può generare incoerenze. "Ma è del mestiere?", chioserebbe Checco Zalone in una delle sue interpretazioni più riuscite.