Il premier alla canna della benzina: vuole alzare le accise per non toccare l'IvaLA SVOLTA DI BERLUSCONI

La baldanzosa sicurezza di Enrico Letta sulla tenuta del suo governo comincia a scricchiolare. Ieri, da Porta a Porta, il premier per la prima volta ha inviato urbi et orbi un messaggio chiaro: io e Napolitano - ha detto - non possiamo essere gli unici parafulmini. Parlava al Pdl, certo, ma anche a Renzi che ora dopo ora alza il tiro per ottenere subito quelle elezioni che con alta probabilità lo consacrerebbero leader del Pd. E forse parla anche a chi a sinistra sta trasformando la giunta del Senato sulla decadenza di Berlusconi (domani il verdetto) in un Vietnam senza vinti né vincitori, ma con tante macerie.
Così, mentre Letta prende atto della realtà, mentre i falchi e le colombe del Pdl a suon di dichiarazioni polemiche si contendono un posto in prima fila nella ri-nascente Forza Italia, tutti i nodi dell'estate stanno per venire al pettine. Oggi Silvio Berlusconi rompe il lungo silenzio post sentenza e consegna alle tv un videomessaggio che potrebbe costituire lo spartiacque definitivo sul futuro suo, del suo partito, del governo e del quadro politico. Magistratura, Forza Italia e alleati sono i temi contenuti nei dieci minuti di discorso visto, rivisto e pesato parola per parola negli ultimi giorni. Dopo quello della discesa in campo (1994), è l'intervento più solenne della sua non breve carriera. Per settimane ad Arcore ha ascoltato tutti, a tutti ha confidato pezzi di verità, a (quasi) nessuno ha detto tutto e fino in fondo ciò che aveva in testa. Come al solito, i primi a sapere saranno i suoi elettori, un patrimonio che neppure il giovane Renzi riuscirà ad asfaltare, esattamente come Bersani non fu capace di sbiancare.
Faccio tre previsioni. La prima: il governo Letta non ha vita lunga, ma non cadrà per mano del Pdl. La seconda: il Pdl (da domani Forza Italia) non subirà scissioni tra falchi e colombe. La terza: Berlusconi rimarrà (dimissionato o dimissionario da senatore poco importa) il leader assoluto del centrodestra e l'uomo da battere alle prossime elezioni.
Ps: ieri Ingroia ha perso occasione di stare zitto.

Ha detto che lui, a differenza di noi de Il Giornale, è onesto perché non prende soldi pubblici. Due balle in una. Ingroia da magistrato ha preso solo soldi pubblici (è uno statale), noi non abbiamo mai percepito alcun contributo pubblico. Poveretto, si curi.

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