Il premier inciampa sui debiti: l'Europa fa partire l'infrazione

È ufficiale, anche Matteo Renzi ha la sua prima procedura di infrazione, per un problema antico che né il suo governo né quelli dei predecessori hanno risolto. La Commissione europea ieri ha ufficialmente messo in mora l'Italia per violazione della direttiva Ue sui pagamenti della Pubblica amministrazione. Quella che prevede che le imprese vengano pagate entro 30 o, in casi limitati, 60 giorni dalla fattura.
«L'Italia è il peggior pagatore d'Europa» sui debiti della Pa nei confronti delle imprese ed «è stata sollecitata in tutti i modi possibili», ha commentato Antonio Tajani, commissario Ue all'Industria. Fu Tajani a sollecitare e ottenere per l'Italia (allora c'era il governo Monti) la possibilità di trasformare il debito commerciale della Pa in debito pubblico senza infrangere le regole europee. Ieri ha proposto la procedura contro l'Italia anche perché le risposte che sono arrivate dal governo Renzi non hanno convinto Bruxelles.
Per tutta risposta il governo e la sinistra si sono scagliati contro il vicepresidente della Commissione europea, accusato di scarso patriottismo. Il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, ha detto che la decisione europea è «incomprensibile» perché «questo governo, come quello precedente» hanno accelerato sul pagamento dei debiti della Pa. In realtà, la situazione è nota e non è cambiata dal varo della direttiva. La Pubblica amministrazione non fa il proprio dovere, chiude le fatture in media in 180 giorni, con punte di 210 giorni nei lavori pubblici e così si conferma il peggior pagatore europeo, dietro a Paesi come la Grecia (155 giorni in media), con vincoli e problemi di bilancio pubblico peggiore dei nostri.
L'esecutivo europeo ci contesta un intesse di mora inferiore a quello previsto dalla direttiva (il tasso di interesse della Bce più l'8%) e una eccessiva discrezionalità concessa alla Pa, a partire dalla possibilità di autodichiarare i tempi di pagamento. Male anche la legge che ha recepito la direttiva cercando di rimediare alle richieste che erano arrivate da Bruxelles, perché non prevede una sanzione in caso di ritardo dei pagamenti, ma solo in caso di ritardo della certificazione.
Il sottosegretario agli Affari europei Sandro Gozi parla di «grave strumentalizzazione» da parte del «neo europarlamentare di Forza Italia Tajani». Peccato che, ha ricordato il capogruppo azzurro alla Camera Renato Brunetta, lo stesso Tajani abbia evitato all'Italia una bocciatura del Def firmato dal governo Renzi. Padoan «lo dovrebbe ringraziare». «Il governo invece di criticare Tajani farebbe bene a dare risposte reali e tempestive evitando inutili demagogie», ha aggiunto la senatrice Anna Cinzia Bonfrisco, capogruppo di Forza Italia in commissione Bilancio del Senato.
Il governo, intanto, è impegnato a presentare i pezzi dei provvedimenti approvati al Consiglio dei ministri di venerdì. Testi ancora non definitivi, nemmeno per il decreto Competitività presentato ieri da Padoan e dal ministro dello Sviluppo Federica Guidi.
Tra le misure rimaste appese per giorni c'è un rafforzamento dell'Ace, aiuto alla crescita economica, introdotto dal governo Monti con il Salva Italia (incentivi fiscali all'autofinanziamento per le imprese).

Le coperture, secondo le bozze post approvazione che ancora ieri circolavano, vengono trovate con una riduzione della quota nazionale di fondi europei. E, soprattutto, con un altro aumento delle accise sulla benzina, a partire dal 2019, per un importo complessivo da 140,7 milioni all'anno a crescere fino a 148,3 a decorrere dal 2021.

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