Premierato col sì dei renziani. E solito giravolta di Calenda

Via libera di Boschi: il progetto di centrodestra unisce. Timida apertura di Pd ma il leader di Azione si smentisce

Premierato col sì dei renziani. E solito giravolta di Calenda
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Il premierato supera i confini del centrodestra. «Da sempre siamo a favore» spiega la parlamentare di «Italia viva» Maria Elena Boschi. La ex ministra delle Riforme ricorda la campagna per il «sindaco d'Italia» che ha origini così lontane da essere stata partorita addirittura ai tempi del Pds. Insomma sono in tanti a invocare una riforma che dia solidità all'azione di governo e autorevolezza a chi viene scelto come inquilino di Palazzo Chigi. Ognuno con i suoi distinguo, ognuno con il suo portato ideologico e valoriale.

Intanto la stessa Boschi ci tiene a ricordare che l'idea renziana del «sindaco d'Italia» non germina dall'humus populista e nulla ha a che fare con il presidenzialismo tanto caro a Fratelli d'Italia e in buona parte agli altri alleati del centrodestra. Ed è proprio sulle differenze interne alla coalizione di maggioranza che l'esponente di Italia viva vede un punto di debolezza sul percorso che questa riforma si trova a percorrere. E questo nonostante gli annunci che vedono il ddl di riforma già sul tavolo di uno dei prossimi Consigli dei ministri.

La ministra Elisabetta Casellati non ha mai interrotto le sue consultazioni sul tema e fonti interne al governo assicurano che la germinazione di un testo base su cui discutere e sul quale promuovere il dibattito parlamentare è questione di settimane, se non di giorni. Una proposta di riforma però è già stata presentata. Ed è proprio quella che porta la firma dell'onorevole Boschi. In coerenza, come ricorda la stessa esponente di Italia viva, con quello che è stato il programma elettorale del Terzo polo alle ultime elezioni.

Si ricorderà, infatti, che anche su questo tema le opinioni di Calenda e di Renzi sembravano allora combaciare. In piena campagna elettorale Azione mostrava slogan che non lasciavano dubbi sull'idea di riforma costituzionale pensata da Calenda. «Il Paese ha bisogno di governi stabili ed efficienti al servizio dei cittadini - uno degli slogan lanciati sui social da Azione -. Con il Sindaco d'Italia, dopo le elezioni, si sa subito chi ha vinto E chi vince governa per cinque anni». Sembra la base di una solida alleanza Calenda-Renzi. E invece il Terzo polo si è sgretolato anche su questa riforma costituzionale e ora i tweet di Calenda hanno tutt'altra portata. «È una riforma sbagliata - scrive su X - nel merito e nel metodo. Quello che non funziona in Italia è il Parlamento e il rapporto tra Regioni e Stato centrale».

Dal fronte del centro-sinistra una timida apertura la propone Francesco Boccia, della segreteria dem. Con una condizione: il presidente della Repubblica «non si tocca» (anche se il premierato comunque farebbe cadere la prerogativa del capo dello Stato di indicare il nome del presidente del Consiglio che va in Parlamento a chiedere la fiducia).

Poi, spiega l'esponente del Pd, sul resto si può discutere. Nella sede più adatta: il Parlamento.

«Tra poco più di un mese - ricorda Boccia - il governo della Meloni compierà un anno di vita. Eppure non abbiamo ancora visto una proposta precisa sul tema della riforma del premierato. L'unica cosa che c'è stata in Parlamento è una sgradevole contrapposizione sull'autonomia».

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