La fiammata dei carburanti divora le buste paga degli italiani. L’Istat segnala un aumento dell’inflazione per il mese di marzo pari al 3,3% nei confronti del marzo 2011, incremento trainato ancora una volta dai rincari dei carburanti -benzina +18,6% e gasolio +22,5% - e dai loro effetti sull’intero sistema economico. Il carrello della spesa è ormai d’oro: i prezzi dei prodotti acquistati con maggior frequenza dai consumatori sono aumentati addirittura del 4,6%, un record imbattuto da ottobre 2008. E la nuova stangata è in arrivo: ad aprile, la bolletta della luce aumenterà del 5,8%, mentre il gas salirà dell’1,8%. Il che si traduce per la famiglia tipo, in una maggior spesa annua di circa 50 euro: 27 per l’elettricità e 22 per il gas. Sempre che a maggio non scatti un altro aggravio del 4%, per ora solo a livello di stima, relativo all’aggiornamento per gli incentivi alle energie rinnovabili (la cosiddetta componente A3) che nel 2012 raggiungeranno la cifra monstre di oltre 10,5 miliardi di euro e che vengono pagati proprio in bolletta: un peso diventato ormai insopportabile per famiglie e imprese. Tanto che l’Autorità per l’energia ha deciso di rinviare la seconda tranche dell’aumento: l’obiettivo, come ha dichiarato il presidente Guido Bortoni, è quello di dare un «segnale chiaro e concreto» alla politica perchè intervenga eliminando «le storture del settore», come ha preannunciato del resto il ministro dello Sviluppo Corrado Passera che sta lavorando al decreto sul fotovoltaico.
Ma già adesso il potere d’acquisto degli italiani è messo a dura prova: gli stipendi infatti rimangono fermi, ai minimi da quasi tredici anni, e il divario con i prezzi tocca di nuovo i massimi dal 1995. L’Istat, infatti, ha diffuso anche i dati sulle retribuzioni contrattuali nei primi due mesi del 2012. A febbraio le buste paga restano invariate rispetto a gennaio, aumentando solo dell’1,4% su base annua, come era accaduto anche nei due mesi precedenti. I salari rimangono così inchiodati al valore tendenziale più basso dal marzo del 1999. E il confronto con la crescita dei prezzi al consumo torna, come era stato a dicembre, al livello massimo da diciassette anni, pari a 1,9 punti.
Sul «congelamento» pesa il blocco dei contratti nella pubblica amministrazione, 3 milioni di dipendenti. Infatti, per il comparto pubblico la variazione annua degli stipendi è pari a zero, mentre un po’ meglio va per i dipendenti del privato, che hanno potuto contare su un aumento dell’1,8%, comunque ampiamente al di sotto dell’inflazione.
Tanto più che per molti prodotti i rincari sono decisamente maggiori: l’Istat, nelle stime preliminari, registra forti aumenti su base annua per i prezzi delle sigarette, +8,8%, per quelli del caffè, +12,8%, e per il trasporto aereo passeggeri, +14,9%, (ma su base mensile +16,3%). Tra gli alimentari resta sempre su alti livelli il tasso di crescita del prezzo dello zucchero:+12,5%. Tra i servizi, invece, considerevole è il rincaro tendenziale delle spese condominiali:+4,2%. Guardando ai beni energetici, oltre a benzina e gasolio, marcato è anche il balzo messo a segno dal Gpl,+8,8% congiunturale e +7,9% annuo.
I numeri sugli stipendi e sui prezzi allarmano le associazioni dei consumatori che prevedono tempi molto duri. Il Codacons ipotizza una stangata di 670 euro a famiglia per la spesa di tutti i giorni, mentre Federconsumatori e Adusbef calcolano una ricaduta generale di 1.330 euro annui per nucleo familiare. Timori vengono anche espressi dal fronte delle imprese: riguardo a un nuovo rialzo dell’Iva Federdistribuzione avverte: «Si può stimare che l’aumento strutturale delle due aliquote considerate nella legge Salva Italia comporterebbe a regime un innalzamento dell’inflazione di 1,7 punti, con un conseguente calo dei consumi dello 0,8%», coinvolgendo la grande maggioranza dei prodotti e dei servizi acquistati dagli italiani. Sulla stessa linea Confcommercio, che sottolinea come «il settore distributivo non abbia avuto comportamenti inflazionistici, ma abbia, invece, subito le conseguenze dell’erosione del potere d’acquisto delle famiglie».
Che sempre più rinunciano, se non proprio all’auto, almeno ad utilizzarla per i lunghi viaggi: «L’andamento del traffico di Autostrade per l’Italia è in calo del 10% dall’inizio dell’anno», ha detto il presidente di Atlantia, Fabio Cerchiai.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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