Roma - C'è una domanda che ricorre in queste ore nei conciliaboli dei parlamentari del Pdl. «Berlusconi ritorna per l'ufficio di presidenza?». Una curiosità non fine a se stessa visto che la sua partecipazione alla riunione convocata per domani per apporre l'ultimo timbro e dissipare gli ultimi dubbi sulle primarie del Pdl è fondamentale per regalare credibilità alla competizione.
Il lavoro preparatorio per la consultazione del 16 dicembre è ormai entrato nel vivo. Oggi tornerà a riunirsi, in Via dell'Umiltà, il tavolo degli esperti per gli ultimi ritocchi alle regole. Angelino Alfano, che ieri ha avuto un colloquio al Colle con Giorgio Napolitano sulla riforma elettorale, è determinato ad andare avanti e conferma la data delle consultazioni (entro il 16 novembre scadrà, invece, il termine per la presentazione delle candidature). Il segretario continua a invocare la massima apertura, coerente con la promessa di due giorni fa. «Le scrivano pure i miei competitori insieme al tavolo per le regole, mi fido di loro. Basta che vinca chi prende più voti».
Ma ci sono ancora parecchie nubi da scacciare. Nel Pdl, infatti, il mosaico delle posizioni è variegato e fatica a comporsi in unità. C'è chi le boicotta e pensa a nuove liste, chi le vorrebbe allargare al maggior numero possibile di partecipanti facendole diventare di coalizione («Se la coalizione non c'è ancora a cosa servono? A dire che Alfano è il nostro candidato premier?», il dubbio espresso da Stefania Prestigiacomo), chi scommette tutto su questa convocazione di popolo per rianimare un partito in difficoltà. E c'è persino chi adombra il pericolo che qualcuno possa sollevare il problema dell'assenza delle primarie nello statuto del partito.
Il varo del vascello delle primarie, però, nonostante queste resistenze, si avvicina. Ed è ormai in via di definizione il documento che dovrà sciogliere alcuni nodi fondamentali. Innanzitutto quello economico. La posizione prevalente è quella che non prevede plafond di spesa stanziati dal partito per i singoli candidati. Quindi chi vorrà concorrere dovrà autofinanziarsi anche se probabilmente ci sarà un tetto alle spese uguale per tutti. Il partito coprirà soltanto i costi vivi dell'evento. Quindi le spese organizzative per seggi, cabine e strutture; i manifesti regionali per annunciare la convocazione e quelli comunali con cui comunicare l'ubicazione dei seggi e gli orari del voto. Ancora da chiarire se le firme necessarie per la presentazione della singola candidatura saranno 5mila o 10mila mentre si fa strada l'ipotesi di un impegno d'onore a non presentarsi alle elezioni con liste diverse da quelle del Pdl. Molto probabile, poi, che alla fine si dica no alla partecipazione dei 16enni e al voto online.
C'è anche la possibilità, poi, che alle primarie nazionali possano affiancarsi primarie sul territorio. Qualora dovesse restare il listino bloccato, alcuni dirigenti del Pdl vorrebbero introdurre questo criterio di selezione delle candidature anche a livello regionale. Una mossa che il Veneto ha già sposato con convinzione e ha ufficializzato la settimana scorsa. Si inizia anche a riflettere sui programmi dei candidati. Angelino Alfano vorrebbe inserire un riferimento all'agenda Monti e alla necessità di rafforzare le istituzioni politiche dell'Unione Europea rendendole più vicine ai cittadini.
Qualcuno, però, teme che un riferimento al premier messo nero su bianco possa essere maliziosamente letto come una sorta di pre-investitura di un ipotetico Monti-bis. Sul fronte delle candidature, resistono i nomi di Alfano, Daniela Santanchè, Giancarlo Galan - che chiede al segretario un intervento per porre fine alla campagna di denigrazione e «ridicolizzazione» delle cosiddette amazzoni azzurre - e del «formattatore» Alessandro Cattaneo che ieri ha lanciato il suo allarme: «Il Pdl si può salvare solo con le primarie. Ma se sono scandalosamente preconfezionate per Alfano sono a rischio flop». Ancora incerta Giorgia Meloni.
Sullo sfondo c'è sempre la questione Lombardia ad agitare i sonni del Pdl. La Lega, ieri, ha confermato la volontà di procedere con la candidatura Maroni.
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