Il processo a Parolisi parte con lo sconto

Il processo a Parolisi parte con lo sconto

TeramoHa vinto la difesa di Salvatore Parolisi: il giudice dell’udienza preliminare presso il Tribunale di Teramo, Marina Tommolini ha ammesso al rito abbreviato il caporal maggiore dell’esercito, accusato di avere ucciso la moglie, Carmela Rea (per familiari e amici, Melania), il 18 aprile dello scorso anno, con 39 coltellate. Ma, subito dopo la decisione del gup è esplosa la rabbia del papà di Melania, Salvatore Rea e del fratello, Michele presenti in aula.
Fuori dal Tribunale la rivolta della gente, tutta con Melania. «Assassino» gli hanno urlato mentre il furgone blindato della polizia Penitenziaria lo trasferiva a Palazzo di giustizia. «Sei un mostro» ha urlato una donna. «Devi morire» gli ha augurato una signora bionda. Oltre cinquecento teramani, pur sapendo che l’udienza del gup si sarebbe svolta a porte chiuse hanno voluto lo stesso manifestare la loro solidarietà a Melania, madre di una bimba di 2 anni e mezzo, Vittoria, oggi affidata ai suoi genitori. «Non deve avere sconti di pena, l’assassino è lui» dice un ragazzo e gli amici applaudono. E, il papà di Melania, uscendo dal Tribunale lancia ha accuse al genero. «Salvatore è un vigliacco, non ha avuto nè il coraggio di guardarmi in faccia nè di parlare. Per me non esiste più. Durante tutto il tempo che siamo rimasti in aula, lui era seduto davanti a noi ma non ha mai avuto il coraggio di girarsi. È un vigliacco». È rimasto in silenzio Salvatore.
Più duro ancora è il fratello di Melania, Michele: «È Salvatore l'unico assassino di mia sorella. Lo ritengo l'unico assassino dopo aver letto tutte le carte processuali e per quello che ha fatto dopo il delitto. Non ho alcun dubbio. E, il suo comportamento odierno lo conferma». Il legale dei Rea, avvocato Mauro Gionni ha commentato negativamente la decisione del gup. «Rispettiamo la decisione del giudice, ma non la condividiamo assolutamente».
Il Gup ha fissato al 30 marzo l'udienza per il conferimento degli incarichi ai periti Gianluca Bruno (medico legale) e Sara Gino (genetista). L’esecuzione della nuova perizia era la condizione alla quale era subordinata la richiesta del rito abbreviato. Ne corso dell’udienza del 30 marzo saranno ascoltati i testimoni indicati dalla difesa: il conduttore del cane molecolare (definito inaffidabile dalla Procura), un ragazzo che ha dichiarato di aver visto un uomo vestito di scuro sul pianoro di Colle San Marco (Ascoli Piceno), ma che non ha saputo specificare l'ora, indicando un arco di tempo dalle 10 alle 17. Poi, una vedetta del battaglione di Chieti, in servizio vicino al poligono di Ripe di Civitella del Tronto (Teramo) il quale non avrebbe visto l'auto di Parolisi transitare nella zona. «Il processo a Parolisi di fatto è già iniziato» ha commentato l’avvocato Gionni. In sostanza il rito abbreviato, prevede in caso di condanna dell’imputato che la pena venga ridotta di un terzo.
Dunque, a meno di undici mesi dall’omicidio di Melania, si celebra il processo al marito della giovane donna di Somma Vesuviana (Napoli). Il corpo massacrato dalle coltellate di Melania fu ritrovato il 20 aprile nel Bosco delle Casermette, nel teramano. Due giorni prima, la donna, era uscita dalla sua casa di Folignano (Ascoli Piceno) con il marito, caporalmaggiore del Rav Piceno e la loro bambina per fare delle visite mediche. Sembra una famiglia felice, cui non manca nulla: i tre si dirigono a Colle San Marco, dove arrivano intorno alle 14,10. Poi, secondo quanto dichiarato agli inquirenti da Parolisi, la moglie va alla toilette del ristorante «il cacciatore» ma, i testimoni non confermano. Alle 15,26, il sottufficiale prova a telefonare a Melania ma senza ottenere risposta. Quattro minuti dopo da’ l’allarme. L'accusa invece è convinta che Salvatore, Melania e Vittoria si dirigono verso Ripe di Civitella (Teramo). Qui Melania viene aggredita di spalle e uccisa con 39 coltellate. Parolisi viene subito sospettato di essere lui l’assassino.

Nel corso dell’indagine si scopre tra l’altro che il militare da tempo ha un’amante, una soldatessa. Resta un uomo libero fino al 13 luglio quando viene arrestato su ordine della Procura di Ascoli Piceno (l’indagine per competenza territoriale poi passa ai colleghi di Teramo).

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