Milano Lo spartiacque per la sopravvivenza delleuro saranno le elezioni in Grecia del prossimo 17 giugno. Leventuale vittoria del partito della sinistra radicale, Syriza di Alexis Tsipras, potrebbe infatti portare a una rottura degli accordi con la Ue per i fondi internazionali e dunque ad una uscita di Atene dalleuro. Un fatto che avrebbe un effetto dirompente sulla tenuta della moneta unica e del sistema bancario europeo imbottito di debito pubblico. In attesa della resa dei conti mercoledì arriva sul tavolo della Commissione Ue una bozza della direttiva che spiana la strada al meccanismo salva-banche del vecchio continente puntando su un rafforzamento dellintegrazione bancaria per far fronte alle crisi degli istituti di credito. Il nuovo sistema potrebbe partire nel 2014 e prevede il principio della condivisione. E dunque i singoli Stati sarebbero chiamati a salvare le banche di altri Paesi partner.
Il meccanismo dovrebbe prevedere che in caso di salvataggio i primi a pagare siano gli azionisti, poi i creditori e infine il fondo europeo. Tra i punti principali anche la creazione di authority incaricate di svolgere compiti di vigilanza preventiva e di intervento in caso di crisi che saranno dotate di fondi propri. Al tempo stesso, ogni banca dovrà avere un «recovery plan» demergenza da mettere in campo prima di far scattare lintervento delle autorità di risoluzione, che avranno comunque un potere decisionale forte e potranno imporre «a istituti e gruppi misure che facilitino il ritorno a condizioni di solvibilità». Il piano non è però una soluzione alla crisi attuale, aperta dalla voragine nei conti della banca spagnola Bankia, ma di un primo passo verso regole comuni. Lo ha detto Stefaan De Rynck, portavoce del commissario Ue Michel Barnier. «Questa proposta non è per gestire la crisi delle banche ma per rafforzare la regolamentazione e la vigilanza del settore. È chiaro che questi due elementi in passato non hanno funzionato. Dare alle autorità nazionali gli strumenti ed i finanziamenti per la gestione delle risoluzioni è un elemento per la creazione di una unione bancaria».
Cè anche chi ha le idee molto chiare come il finanziere George Soros. «Il futuro delleuro dipende dalla Germania. Capisco le difficoltà del governo tedesco nel convincere lopinione pubblica ma ora serve un impegno straordinario perché lUe ha solo tre mesi per invertire la rotta».
In pratica questa tesi è anche quella del premier Mario Monti, il quale ritiene che gli Eurobond diverranno una realtà tra i 17 Paesi dellEurozona e che la Grecia manterrà la moneta unica. Il premier lo ha detto chiaramente al quotidiano ellenico To Vima. «Credo che avremo gli Eurobond, in una forma o in unaltra - ha detto Monti nellintervista che sarà pubblicata oggi - ma dobbiamo tenere a mente che emettere Eurobond non dà la licenza di spendere e addossare il peso ad altri. Al contrario, è uno sforzo per ricostruire lUnione economica e monetaria su basi più fondate e credibili».
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