Le profezie della Boldrini: "I profughi qui? Fantasie..."

Un anno fa da commissario Onu bacchettava la stampa: «Chi scappa dai conflitti si rifugia nei Paesi vicini. Non c'è tutto quest'afflusso a Lampedusa che raccontano»

Le profezie della Boldrini: "I profughi qui? Fantasie..."

Migranti o clandestini che siano, vivi o morti che arrivino, poco importa. Per il presidente della Camera, signora Laura Boldrini, poco cambia. Per lei sono semplicemente una frittata. Da girare e rivoltare a seconda delle esigenze. Nel giugno del 2012, quand'è ancora portavoce dell'Alto Commissariato dei Profughi, fa di tutto per spiegarci che le bagnarole zeppe di clandestini sono un falso problema. Anzi sono il frutto dell'esagerazioni di giornalisti e politici interessati a cavalcar l'emergenza. «La cosa più interessante - rassicura l'allora portavoce - è che i 4/5 dei profughi fuggono nei Paesi limitrofi e restano nel sud del mondo. Non c'è quindi quest'afflusso in Italia e in Europa che è stato raccontato. Ma questo non viene mai comunicato a sufficienza e non viene percepito: l'impressione generale è che tutti arrivino a Lampedusa».

Mentre l'allora portavoce sciorina queste certezze le statistiche del 2011 registrano 63mila sbarchi sulle coste del nostro paese. Poco importa. La verità la sa Laura Boldrini. In Africa e in Libia nessuno sogna di mettersi per mare. Nel Mediterraneo tutto gira per il meglio. E a Lampedusa dorman pure sonni tranquilli. Chi immagina barconi gremiti di umani spinti verso le nostre coste da spregiudicati mercanti di uomini prende lucciole per lanterne. O gioca con le paure dell'opinione pubblica. Forte di cotante certezze la Boldrini, versione 2012, non lesina una tirata d'orecchie ai colleghi giornalisti: «Questo deve essere di monito anche alla stampa, che spesso non dà una visione comparata dei fenomeni, ma si limita a fare la contabilità, non un'analisi più generale... La stampa ha, invece, un ruolo fondamentale, deve andare al fondo dei fenomeni».

Sedici mesi dopo a fondo c'è andato uno di quei barconi che il portavoce dell'Alto Commissariato rifiutava di vedere. E sotto ci son rimasti 300 e passa cadaveri. E così Laura Boldrini in versione presidente della Camera cambia registro. Descrive la dimensione «tremenda» della tragedia. «Assistiamo da anni - spiega - a tragedie identiche, sentendoci coinvolti, pronunciando parole di sincera commozione, ma senza trovare soluzioni». Ci ricorda i motivi che spingono queste persone a mettersi in viaggio sottolineando come siano «sempre gli stessi: guerre, persecuzioni, violazioni dei diritti umani».

Ma alla fine invece di regalarci un mea culpa e scusarsi per aver sistematicamente minimizzato a quella che nelle sue stesse parole è diventata una «tremenda tragedia» a cui «assistiamo da anni» scarica le colpe su tutti gli italiani. «Vittime tutti noi - consapevoli o no - di quella globalizzazione dell'indifferenza che proprio a Lampedusa Papa Francesco ha denunciato in modo sferzante». Citare il Papa è sempre carino, ma la «globalizzazione dell'indifferenza» in questo caso sembra appartenere più alla signora Presidente della Camera che non ai suoi concittadini. Anche perché il vero cinismo, la vera indifferenza non è quella di chi si sforza di affrontare il problema, ma di chi fa di tutto per negarlo, minimizzarlo o, peggio, spacciarlo per visionaria illusione. Fino a quando non si ritrova a far i conti con l'orrore materiale di trecento cadaveri. Vittime non della fantasia dei politici o degli ex colleghi giornalisti, ma della crudeltà dei negrieri del mare.

Gli stessi negrieri che per anni hanno continuato ad arricchirsi alle spalle dei disgraziati scaricati a Lampedusa o lasciati annegare tra le onde del Mediterraneo. Mentre la signora Laura Boldrini invitava a non guardare e a non parlare.

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