Le promesse e le giravolte di Fini

Il leader di Fli chiama a raccolta tutti coloro che voglio ancora Monti premier

Le promesse e le giravolte di Fini

Almeno la tenacia. Quella gli va riconosciuta. Perché di sparire dalla scena politica non ne ha la minima voglia. Gianfranco Fini è il re delle giravolte. E delle promesse mancate. L'annuncio di dimissioni profuso in diretta video sulla vicenda della casa di Montecarlo è solo la punta di un iceberg pieno di mancanze.

Dopo aver distrutto l'eredità politica di Alleanza Nazionale, il presidente della Camera si lanciò nel progetto di Futuro e Libertà. E il 28 febbraio 2011 sentenziò: "Se Futuro e Libertà fallisce, lascio la politica". Nessuna resa, nonostante la bassa percentuale di consensi del nuovo partito, sorpassato, secondo alcuni sondaggi, da La Destra di Storace, e nonostante l'ammissione di fallimento dopo le ultime elezioni amministrative: "Abbiamo dimostrato la nostra marginalità e in certi casi ininfluenza".

Senza dimenticare poi la promessa fatta durante il programma di Michele Santoro: "Io sono pronto a dimettermi nello stesso momento in cui lo farà Berlusconi". Ha la memoria corta, Fini. Ma l'occhio ce l'ha lungo. E così, nell'ultimo periodo, il leader di Fli ha cercato casa. Dopo aver attaccato duramente il Pdl, ha fatto la corte ad Angelino Alfano "per aprire una pagina nuova per tutti i moderati italiani".

Peccato per lui che la pagina non venne nemmeno scritta perché l'ex Guardasigilli sbattè la porta in faccia al figliol prodigo. E così, Fini si fece volpe che, non arrivando a cogliere l'uva, sentenziò: "Alfano non capisce, o finge di non capire forse per la mancanza del quid, che io mi riferivo ad un centrodestra dal consenso doppio dell'attuale, che invece si è dissolto. Dovrebbe chiedersi perché il consenso del Pdl si è dimezzato".

Le alleanze sono il problema di Fini. Che rischia di rimanere fuori dai giochi per i troppi balletti andati in scena. Ecco dunque che non gli resta alternativa che quella degli albori: la Lista Italia con Casini e Montezemolo a sostegno di Mario Monti.

Intervenendo a Radio Anch'io, Gianfranco Fini lo ha detto chiaramente: "Da grande farò quello che decideranno gli elettori: ma sto lavorando per rendere possibile la nascita di una lista per l’Italia. Credo che non si debba archiviare l’esperienza di Monti e speriamo di rappresentare nella competizione politica una seria alternativa per coloro che non vogliono votare a sinistra e che non si fidano del Pdl".

Con chi realizzare questo sogno politico se non con Casini (che però ultimamento non ha riservato grande considerazioni nei confronti di Fini) e con Montezemolo? L'adulazione nei confronti di quest'ultimo si palesa nelle parole di Fini: "Esiste una significativa convergenza, bisognerà aspettare di sentire le sue parole, ma sono convinto condivida e converga sulla necessità per il Paese di portare avanti con un governo politico l’agenda Monti e non fare a meno di una personalità come Mario Monti".

Insomma, Fini chiama "a raccolta

tutti coloro che ritengono che vada dato un premio affidabile al Paese e che il premier sia Monti, con un programma che non sarà un libro dei sogni ma abbia pochi punti concreti". Ma questa volta non promette nulla...

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