Quel giro di appalti a Bari per avere più consenso: la Finanza inchioda Emiliano

Nelle informative i legami tra il primo cittadino e gli imprenditori adesso indagati. Poi il sindaco si sfoga: "Stop alla lista civica nazionale, non è aria"

Quel giro di appalti a Bari per avere più consenso: la Finanza inchioda Emiliano

Spigole o cozze, il pesce puzza dalla testa. La Gdf tira la rete e pesca Emiliano. L’informativa del 30 marzo 2010 sugli appalti «deviati» per i parcheggi punta il dito proprio contro il primo cittadino. Perché, scrive la finanza, «dalla realizzazione delle opere pubbliche di così grande impatto, costruite dal gruppo Degennaro, il sindaco poteva trarne benefici pubblicitari, di consenso elettorale anche in previsione della futura ricandidatura a primo cittadino».

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E l’interesse era doppio poiché, proseguono gli investigatori, «si potrebbe anche affermare il contrario, in considerazione delle problematiche sorte per la realizzazione delle medesime opere». Opere che potevano essere medaglie, ma anche macchie. Così, oltre a rimarcare come «lo stesso sindaco ha pubblicamente dichiarato che i Degennaro sono imprenditori “vicini a questa amministrazione”», il documento degli inquirenti ricorda anche come «almeno i Degennaro, davano molta importanza all’attenzione con cui il sindaco seguiva l’evoluzione dei lavori». Un dettaglio confermato da intercettazioni, come quella del 31 dicembre 2007, tra Vito Degennaro e il direttore dei lavori del Polifunzionale al San Paolo, a cui il sindaco teneva molto perché una promessa della campagna elettorale. «Hai visto? Ha utilizzato il cantiere come simbolo della sua amministrazione (...) è molto bello per noi, no?», spiega il tecnico. Degennaro replica: «Va bene, poi ci vediamo di persona». Ed è un altro dei fratelli, Daniele, che a proposito dei problemi «nei lavori della commissione aggiudicatrice per il Polifunzionale», sosterrà di aver affrontato il tema direttamente con Emiliano.

IL CAZZIATONE

E a proposito dei benefici e dei rischi di quegli appalti con i costruttori amici per Emiliano, la Gdf riporta «il commento di Vito Leccese, capo segreteria del Sindaco, che lamenta a Gerardo Degennaro, “il cazziatone” avuto dal Sindaco per la vicenda dell’inaugurazione dei giardini di via Matarrese a Poggiofranco, inaugurati e subito chiusi per mancanza dei certificati di collaudo». Contumelia intercettata a novembre 2006: «No, per il parcheggio – dice Leccese a Degennaro - se non è tutto pronto, io non espongo nuovamente il Sindaco a queste figure, eh!... tu ti devi mettere nei panni dell’amministratore locale che deve badare al consenso, no?». Di certo, erano in molti a preoccuparsi per la regolarità di quei cantieri. Come il progettista indagato Vincenzo Cotecchia che in un’intercettazione tratta lo svolgimento dei lavori dei parcheggi in centro: «Non mi posso trovare domani in mezzo ai guai perché il lavoro va portato avanti così scanzonatamente».

IL CONSULENTE DEI PM AMICO

Gli inquirenti criticano un consulente nominato dai pm per le verifiche sui lavori in una cava che era finita allagata con il parco costruito dentro, un Ctu troppo vicino all’amministrazione. Si chiama Alessandro Reina ed è intercettato con l’ex assessore Lorusso. «Il dialogo – annota la Gdf – è imperniato sulla Cava di Maso e sui possibili interventi per la messa in sicurezza. Il consulente però “mostra un atteggiamento collaborativo confliggente con l’incarico rivestito nella vicenda”. E lo stesso consulente, nuovamente intercettato, dice: «Io sono assolutamente favorevole a questa Amministrazione e non voglio che si trovi con le spalle scoperte».

CASE A CONSIGLIERI PD

Intanto, dalla lista degli inquilini dei palazzi di via Papacena, a Bari, destinati al fitto agevolato per le forze dell’ordine e finiti venduti sul libero mercato, saltano fuori i nomi di politici locali. Come il consigliere comunale Donato Radogna, oggi con l’Api, che con i suoi familiari si è comprato ben 4 appartamenti. Non è il solo. Tra i vicini di casa c’è l’ex consigliere Nino Anaclerio, che votò la variante al Prg per quella lottizzazione, il capogruppo della lista dei Degennaro «Realtà pugliese», Pietro Albenzio, i consiglieri Ninni Mariani (Lista Emiliano) e Andrea Dammaco (Moderati per Emiliano). Oltre a Giorgio Savino, figlio del presidente del tribunale di Bari, Vito, e a al direttore dello Iam di Valenzano Maurizio Raeli, fedelissimo dell’ex ministro Paolo De Castro, europarlamentare Pd.

TWITTER E FUGHE DI NOTIZIE

Emiliano, alle strette, si sfoga su Twitter: «Non credo che parlerò mai più della lista civica nazionale, temo che non sia aria». Una prima rinuncia del sindaco. Potrebbe non essere l’ultima. Anche perché nuove intercettazioni lo tirano in ballo su presunte fughe di notizie.

È Vito Nitti, dirigente del Comune, che il 13 novembre 2006 rivela: «Stamattina il sindaco mi ha detto “ma io penso che ce l’hanno con te... perché dove c’entri tu, vanno in fondo...”». Il 23 novembre insiste, racconta che il sindaco gli ha detto che i pm hanno un particolare interesse sui progetti a cui lui, Nitti, ha partecipato...

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