Quella bambina che può firmarsi le giustificazioni

«Chissà se stai dormendo», canta Jovanotti prendendo in giro e seducendo la sua bellissima protagonista che «bigia», che «fa sega», che «taglia», che «bossa». Insomma che se ne frega della scuola. Ha diciotto anni e «può firmare le giustificazioni». È maggiorenne per modo di dire e di cantare, si culla nella propria libertà e forse nel ricordo della sua prima volta... Si sente donna, con il corredo di sgarzellini intorno, fa la sciantosa in scarpe da tennis. Ma anche se «ogni canzone mi parla di te», e se, grazie a lei, la città e la notte sembrano più belle al suo filarino-cantautore, dovrà pur svegliarsi, a una cert'ora del mattino dopo, mettendo i libri nello zaino e togliendosi dalla faccia «quell'aria da signora». Dovrà, come milioni di altre ragazzine, aprire gli occhi sulla lezione della vita.

I bei ricordi non fanno rima con i brutti voti. «Non ci credere quando ti dicono che sei speciale», le dice il suo anonimo-arcinoto ammiratore. E a lei questo non può bastare. Bigiare non sarà mai un lavoro socialmente utile.

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