di Finalmente abbiamo una moschea italiana! Voluta dagli italiani anticipando le stesse pretese degli islamici, gestita dagli italiani in combutta con gli islamici, finanziata dagli italiani unitamente agli islamici, con un imam (guida religiosa) italiano convertito dagli islamici. La moschea di Colle Val D'Elsa, di prossima inaugurazione, incarna la scelta suicida dell'Italia ideologicamente collusa con l'islam di allearsi con il proprio aspirante carnefice, votandosi a vittima sacrificale sull'altare del relativismo, del buonismo, del filo-islamismo e del più spregiudicato materialismo.
Stiamo assistendo, per molti inconsapevolmente per altri irresponsabilmente, all'evoluzione della specie dell'islamicamente corretto in Italia. All'inizio c'è stata la Moschea di Segrate, la prima con cupola e minareto, concessa in ambito locale in ossequio alla volontà della comunità islamica straniera di mettere radici nel nostro Paese. Dopo è sorta la Grande Moschea di Roma, finanziata dall'Arabia Saudita, voluta in ambito nazionale dalla classe politica che ha governato nella Prima Repubblica come monumento alla scelta dell'Italia di allearsi e di sottomettersi ai detentori del dio petrolio sulle altre sponde del Mediterraneo. Ora, finalmente, nel contesto della globalizzazione ispirata dal multiculturalismo e dalla finanza speculativa, si inaugurerà la Moschea di Colle Val D'Elsa voluta ed amministrata da un'istituzione pubblica italiana, il Comune (gestito da sempre dai comunisti e dai loro discendenti), finanziata con complessivamente 500 mila euro da una banca italiana, il Monte dei Paschi di Siena, per il tramite della sua Fondazione (anch'essa nelle mani dei comunisti e dei loro discendenti). Così come sarà la prima moschea che in Italia rappresenterà e fungerà da cassa di risonanza della cosiddetta «Primavera araba», la più colossale menzogna mediatica che ha consentito l'avvento al potere degli integralisti e degli estremisti islamici proprio di fronte a casa nostra, accettando generose donazioni del Qatar e dell'Arabia Saudita (il costo complessivo della moschea è di 1,5 milioni di euro), che sono proprio quelli che finanziano i terroristi islamici che stanno massacrando cristiani e minoranze islamiche non sunnite.
Sono stati prima Marco Spinelli, sindaco Ds a Colle dal 1994 a 2004, e poi il suo successore Paolo Brogioni, emblema del nascente catto-comunismo che ha contrassegnato la Seconda Repubblica, nella loro veste di membri della Fondazione del Monte dei Paschi di Siena, a volere a tutti i costi la moschea, promuovendo la concessione dei 500 mila euro a fondo perduto (di cui 300 mila per la moschea e 200 mila per la riqualificazione dell'area circostante), offrendo metà della superficie del parco comunale San Lazzaro nel quartiere Abbadia (3.200 metri quadrati) alla sedicente «Comunità musulmana di Siena e provincia», affidando e pagando lo studio di fattibilità all'architetto tarantino Danilo Raccuja, convertito all'islam, bocciando due referendum promossi dai cittadini di Colle perché la costruzione della moschea non avrebbe un «interesse generale in quanto trattasi di un progetto presentato da un soggetto privato portatore di diritti definitivi meritevoli di tutela secondo i principi civilistici della buona fede», anche se poi contraddicendosi il Comune ha deciso di non incassare gli oneri di urbanizzazione e costruzione e di fissare un canone d'affitto del terreno poco più che simbolico.
I nostri alleati islamici sarebbero «un soggetto privato portatore di diritti definitivi meritevoli di tutela secondo i principi civilistici della buona fede»? Ma lo sanno tutti che dietro alla sigla «Comunità dei musulmani di Siena e provincia», che ha sottoscritto con il Comune l'accordo per la costruzione della moschea, si cela l'Ucoii, ideologicamente affiliati ai Fratelli Musulmani, quelli che con la sigla Hamas praticano il terrorismo suicida, che in Siria sono responsabili di efferati stragi, che in Egitto mirano all'eliminazione dei cristiani. È scritto chiaro e tondo nell'articolo 2 dello statuto allegato all'atto costitutivo della «Comunità dei musulmani di Siena e provincia», registrato a Poggibonsi presso lo studio del notaio Andrea Pescatori il 17 marzo 1999 (n. 217, serie 1, versate L. 260.000): «L'Associazione aderisce all'Unione delle Comunità e Organizzazioni Islamiche in Italia (Ucoii)».
In un'intervista al settimanale New Yorker del maggio 2006, Oriana Fallaci disse: «Non voglio vedere questa moschea molto vicina alla mia casa in Toscana, non voglio vedere un minareto di 24 metri nel paesaggio di Giotto quando io non posso neppure indossare una croce o portare una Bibbia nel loro Paese! Se sarò ancora viva andrò dai miei amici anarchici a Carrara e con loro prendo gli esplosivi e la faccio saltare in aria!».
Povera Oriana! Dobbiamo prendercela innanzitutto con noi stessi! Il caso della moschea di Colle Val D'Elsa ci fa toccare con mano che siamo noi il nostro principale nemico, che prima di preoccuparci del terrorismo islamico dobbiamo occuparci della nostra vocazione al suicidio della nostra civiltà. Dopo l'offensiva politica e mediatica a favore dello ius soli, della depenalizzazione del reato di ingresso illegale, della messa al bando della parola «clandestino», dell'esaltazione dell'immigrazionismo con l'apertura incondizionata delle nostre frontiere, con l'inaugurazione della prima moschea italiana stiamo facendo un ulteriore passo in avanti in direzione del baratro.
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