Quell'imbroglio dei tedeschi per favorire le aziende di casa

Nell'occhio del ciclone è finito l'Adac, l'Automobile club tedesco, una vera istituzione: con i suoi 19 milioni di associati è il più importante Ac d'Europa

Quell'imbroglio dei tedeschi per favorire le aziende di casa

È da un po' di tempo che i bacchettoni tedeschi vengono pescati con le mani nella marmellata. Dopo le truffe comunitarie e le banche «malandrine», ecco spuntare le automobili. Gongolerà con tutta probabilità Sergio Marchionne, l'ad di Fiat Chrysler, che non perde occasione di punzecchiare i rivali teutonici (per lo più il gruppo Volkswagen-Audi) e che ora si prepara a sfidarli a casa loro sul fronte delle macchine di lusso. Questa volta, infatti, in Germania lo scandalo viaggia sulle quattro ruote e tocca indirettamente la Volkswagen. Nell'occhio del ciclone è finito l'Adac, l'Automobile club tedesco, una vera istituzione: con i suoi 19 milioni di associati è il più importante Ac d'Europa. E la truffa riguarda l'ambito premio che i lettori del magazine Motorwelt, spedito dall'Adac ai suoi iscritti, assegnano ogni anno alla migliore, secondo loro, automobile proposta sul mercato. Vincitrice è stata la Volkswagen Golf, e fin qui nulla di strano: può starci, visto il blasone e per il fatto che l'«auto del popolo» gioca in casa. Lo scandalo riguarda invece il numero dei voti: non 34.299, come sostenuto dall'Adac, ma poco più di 3mila (3.409 per l'esattezza). Il premio, insomma, è stato pesantemente manipolato, non nella sostanza (la Golf è stata effettivamente la più apprezzata e risulta anche il modello più venduto in Europa nel 2013), ma nella partecipazione al voto. Quella attuale, inoltre, non è l'unica classifica gonfiata: anche gli anni passati i risultati sono stati falsati, ha ammesso candidamente l'amministratore di Adac, Karl Obermair, in seguito a un servizio del tabloid Bild. E a saltare è stata subito la testa di Michael Ramstetter, responsabile del settore comunicazione e direttore di Motorwelt, il quale si è assunto completamente la responsabilità di quanto accaduto.
Il caso, che oltre a nuocere all'immagine e alla trasparenza dell'associazione ha sicuramente infastidito il colosso di Wolfsburg che produce la Golf, è intanto finito sul tavolo del governo: «Ora l'Adac deve mettere tutte le carte sul tavolo, e indagare in maniera trasparente su quanto accaduto, anche per gli anni addietro», il commento di un portavoce della Cancelleria. Nel frattempo si rincorrono le voci più disparate sulle ragioni della manipolazione. Sembra che i responsabili del premio abbiano aggiunto uno «zero» a tutti i voti per far risultare più credibile il riconoscimento, mantenere elevato lo standard e nascondere il flop.

Di fatto, la vicenda accende un faro sulla regolarità della miriade di premi che durante l'anno vengono assegnati nel settore automobilistico. «La verità - afferma il capo della comunicazione di una casa automobilistica - è che vincere un premio non sposta le vendite di un millimetro». Soprattutto di questi tempi.

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