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"Questi numeri sono insostenibili". Zaia contro l'Europa sui migranti

Il governatore del Veneto ci riprova e tiene alta l'attenzione sull'emergenza migranti: "Con questi numeri la dignità non si riesce più a garantire"

"Questi numeri sono insostenibili". Zaia contro l'Europa sui migranti

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Punto stampa a palazzo Balbi per Luca Zaia, governatore del Veneto, che in questi ultimi giorni ha fatto sentire forte la sua voce contro chi predica l'accoglienza indiscriminata di tutti i migranti nel nostro Paese. "Tutta l'Africa in Italia non ci sta. Non si tratta di razzismo ma di obiettività", ha detto solo pochi giorni fa nel corso di un'intervista radiofonica. Concetto che l'esponente leghista ha ribadito anche nell'ultimo incontro con i giornalisti: "Credo che ospitalità vada di pari passo con dignità. Con questi numeri la dignità non si riesce più a garantire".

Il riferimento di Zaia è alla sofferenza di tutti i centri di accoglienza del Paese, che oggi ospitano più migranti di quanti potrebbero. Una situazione di emergenza che spinge il governo a cercare nuove soluzioni per il ricovero dei migranti, che secondo le ultime stime dovrebbero arrivare a essere circa 200mila alla fine dell'anno. Ma di questi, aggiunge Zaia, "solo l'8% avrà il riconoscimento dello status di rifugiato. Molti sono migranti economici". L'Europa, se anche dovesse far ripartire il sistema di ricollocamento volontario, si concentra solamente su quell'8%. Gli irregolari, che come tali non avranno accesso ad alcun tipo di protezione perché non hanno alcun diritto di permanere sul suolo europeo senza documenti, restano un problema dell'Italia.

"Pensare a rimpatri con questi numeri è come pensare di svuotare il mare con un secchio, visto che se fossero confermati questi numeri almeno 150mila persone dovrebbero essere accompagnate una ad una su un volo che li riporta a casa", ha proseguito il governatore. Come più volte dichiarato, per Zaia la soluzione migliore è quella che passa da Bruxelles: "C'è bisogno che l'Europa scenda in campo e che si risolva il problema". Ma questa Europa a trazione socialista non ha alcuna intenzione di intervenire nella direzione desiderata dall'Italia, a meno che alle elezioni del prossimo giugno non ci sia un cambio di paradigma e gli europei non scelgano di votare gli schieramenti di centrodestra, da sempre all'opposizione nel parlamento europeo.

Nel frattempo, l'Italia dovrà continuare a cavarsela da sola con quelle poche armi, per giunta spuntate, a sua disposizione. Ma Zaia spera che in qualche modo da Bruxelles qualcuno batta un colpo per venire in aiuto del Paese, estrema propaggine meridionale nel Mediterraneo centrale: "Siamo in grossa difficoltà, questi numeri sono insostenibili. Sono arrabbiato con l'Europa che è totalmente assente, e finora ha portato a zero il tema dei ricollocamenti.

L'Europa dovrebbe prendersi in carico il problema, e non lo sta facendo".

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