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"Non parlo male dell'Italia all'estero". Meloni smaschera i dem

Giorgia Meloni non si tira indietro e nelle sue dichiarazioni in Senato prima del Consiglio europeo sferza sia il Pd che il M5s

"Non parlo male dell'Italia all'estero". Meloni smaschera i dem

Dopo il passaggio a Montecitorio, Giorgia Meloni si è presentata a Palazzo Madama per le comunicazioni in vista del Consiglio europeo. Tanti i temi affrontati dal presidente del Consiglio, che ci ha tenuto a sottolineare ai senatori come la visione dell'Italia degli stessi italiani sia votata alla sottostima, al contrario di quanto accade nel resto del mondo. "In questo ultimo mese mi sono trovata al cospetto dei leader dei maggiori Paesi internazionali e ho sempre più l'impressione che per questa nazione il problema siamo noi, siamo noi quelli che non hanno consapevolezza di quanto l'Italia sia considerata nel resto del mondo", ha detto Giorgia Meloni. I temi di politica estera ed energetici sono stati al centro del suo intervento prima di volare in Europa.

Il richiamo all'amore per la nazione

Nel suo intervento, Giorgia Meloni ha ribadito alle opposizioni che l'obiettivo del suo governo è quello di fare gli interessi dell'Italia, non di denigrarla. "Io non parlo male dell'Italia fuori dai confini nazionali. È un fatto di postura, per amore della propria nazione", ha spiegato il premier con un riferimento non troppo velato al Pd di Letta. In campagna elettorale "c'erano leader che facevano interviste sostenendo che se avesse vinto la sottoscritta avremmo avuto rischi in termini di unità di Paese", ha osservato Meloni.

Quanto sia considerata l'Italia nel mondo "è un problema tutto italiano e lo tradisce il nostro dibattito spesso, lo ha tradito il dibattito durante la campagna elettorale quando strumentalmente qualcuno sosteneva che con un governo a guida Meloni, un governo di centrodestra, l'Italia sarebbe stata isolata nel mondo come se fosse davvero possibile isolare una nazione fondatrice della Ue, della Nato e con un ruolo fondamentale nel Mediterraneo".

La posizione dell'Italia nella guerra in Ucraina

Sull'Ucraina, ha ricordato Giorgia Meloni, "i partiti di centrodestra hanno sempre votato in maniera chiara sul conflitto, le uniche distonie erano nel campo del centrosinistra". Una posizione che la coalizione di governo continua a mantenere: "Non abbiamo mai cambiato idea, altri lo hanno fatto. Il timore che l'Italia cambiasse idea sulla Russia si sarebbe dovuto avere se avessero vinto altri". L'invio di armi avvenuto finora è stato deciso dal precedente governo, da una maggioranza che aveva come guida il Movimento 5 stelle, ha sottolineato Giorgia Meloni a fronte delle giravolte del partito di Conte. "Voglio ringraziare il M5s per l'invio di armi al popolo ucraino", ha affermato ironicamente il premier. "Voglio un'Italia credibile, seria che chieda attenzione per difendere gli interessi nazionali", ha proseguito.

Giorgia Meloni ha criticato la posizione del Movimento 5 stelle in merito al sostegno all'Ucraina: "Sembrate avere soluzioni che non ho, quindi aiutatemi a capire cosa intendete quando dite che volete i negoziati per la pace, spiegatemi questi contenuti per la pace, l'Ucraina deve arrendersi per ottenere la pace?". Poi, ha aggiunto: "Oppure chiedete l'immediato ritiro dei russi, allora diteci come possiamo convincere i russi a ritirarsi possiamo proporre loro un reddito di cittadinanza? Oppure dobbiamo concedergli i territori che si sono annessi?".

Se l'Italia dovesse cedere alle pressioni del M5s che chiede lo stop all'invio di armi in Ucraina, ha spiegato il premier, "il resto della comunità internazionale continuerebbe a fare quello che fa. Quello che cambierebbe sarebbe l'approccio verso di noi, che saremmo ancora una volta come purtroppo delle volte è accaduto, considerati una nazione inaffidabile".

Il nodo delle migrazioni

Grazie al governo Meloni, quello dell'immigrazione irregolare è diventato un argomento di stretta attualità nell'agenda politica dell'Europa. Ora è necessario affrontare i punti critici della politica europea in tal senso per trovare una soluzione comune, che vada a discapito sempre e solo degli stessi Paesi. "L'Europa ha fatto l'errore di indietreggiare dalla sua capacità di influenza sull'Africa, andando in ordine sparso per difendere interesse nazionali. Questo è figlio dell'Italia che ha indietreggiato in quel contesto. L'Italia può recuperare un ruolo di protagonista, può fare la capofila di un progetto europeo nel Mediterraneo e in Africa", ha spiegato Giorgia Meloni citando Enrico Mattei e il suo progetto che "racconta di un modello di cooperazione, non un modello predatorio".

La crisi energetica

Quello energetico è tra i temi più importanti sul tavolo del Consiglio europeo, che verrà ribadito domani dal premier. "È un errore l'incapacità dell'Europa di trovare in tempi rapidi una soluzione efficace sulla vicenda energetica. C'è in ballo la tenuta del sistema produttivo, delle imprese e delle famiglie, ma anche la capacità dell'Europa di agire come attore politico su contesto internazionale", ha spiegato Giorgia Meloni.

E rivolgendosi al Terzo polo ha aggiunto: "Sulla proposta di un disaccoppiamento dei prezzi energetici a livello nazionale e di

quello che si può fare anche a livello nazionale siamo apertissimi. Stiamo lavorando a tutti gli approfondimenti necessari, se l'Ue non dovesse essere efficace tutte le proposte sensate verranno adeguatamente valutate".

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