La ragazzina che non sarà mai donna

La ragazzina che non sarà mai donna

di Annamaria Bernandini de Pace

Cara dolce e bellissima Melissa, la crudeltà di uomini orrendi e l’indifferenza del destino ti hanno brutalmente rubato la vita e dissolto il futuro. All’alba della tua giornata operosa, una mano criminale ha premuto un telecomando e i tuoi occhi si sono spenti per sempre. I tuoi occhi che, da Mesagne, guardavano al domani nel mondo. Vivevi nella Puglia becera: un territorio stupendo, abitato da persone cordiali ed entusiaste della fatica di vivere, ma, purtroppo, gravemente inquinato da mafia, Sacra corona e criminalità organizzata. Non sappiamo quali siano le piste investigative, se mafiose, di vendetta o terrorismo; e neppure che cosa già seguano e che cosa troveranno gli inquirenti. Ci sono coincidenze inquietanti: il nome importante della tua scuola, la vittoria del concorso sulla legalità per merito tuo e dei tuoi compagni, la presenza della carovana legalitaria in città, il paese contaminato nel quale sei nata.
Tutti ora ti dobbiamo l’irrinunciabilità di capire e di punire chi è quello schifoso Erode che ha voluto una strage di giovani e la tua ingiustissima morte.
Sai, Melissa, forse eri troppo giovane per avere imparato con quanta violenza conviviamo ogni giorno. Stavi appena disegnando la tua vita, con la forza e la gioia che si riservano ai sogni concreti: dai confini di Mesagne a Brindisi, per apprendere le tecniche del mondo della moda. Con la prospettiva che il talento, la creatività e l’impegno ti avrebbero poi portata a Firenze, quindi Milano e infine New York o Parigi, in un crescendo di opportunità e successi, sui quali, sono certa, ogni giorno elaboravi nuovi prospettive e definivi obiettivi sempre più vicini. Il tuo mondo era quello degli affetti familiari, delle tenere complicità amicali, delle nuove dolcissime passioni amorose. Avrai anche provato sgomento e profondi turbamenti per le ragazze, adolescenti come te, strappate al mondo dalle mani omicide di parenti o sconosciuti, ma ti sarai anche, probabilmente, sentita al sicuro tra i tuoi familiari, i compagni di scuola, la tua storia futura, ogni giorno ricamata acquisendo competenze e coltivando progetti.
Affermavi quotidianamente la cultura della fatica personale, contro la «cultura» mafiosa che devasta la tua terra. Non avevi ancora potuto immaginare che la violenza lucida e infame potesse arrivare al punto di infierire su incolpevoli adolescenti, per rapinarli del loro avvenire. Uccidere un giovane, mostra la volontà di strappare il cuore pulsante della società; chi si comporta in modo così disumano, è atrocemente cinico, sinistramente perverso. Tutti i violenti lo sono: le loro relazioni sono rozze, semplificate dal veleno del potere che le ammorba.
I tuoi assassini, nel preparare e nell’attivare quell’ordigno rudimentale e micidiale che ti ha ucciso, non hanno pensato un solo istante all’importanza della vita e della vitalità dei giovani, alla storia personale di ognuno, al dolore cocente dei vostri familiari. L’anima dei violenti è infatti spenta, i loro occhi accecati dalla volontà di terrore; la loro mente del tutto incurante delle esistenze degli altri.
I tuoi feroci assassini, purtroppo, non moriranno torturati dalla vergogna e dal rimorso di averti spezzato l’esistenza proprio nello slancio del suo rigoglio.
Tutta l’Italia e tutto il mondo, quel mondo che tu volevi conquistare con il tuo talento, sono invece inorriditi e straziati per te. Fa molto male, guardare le tue fotografie e percepire il tuo carattere, l’ardore adolescenziale, la franchezza del tuo sorriso; la malizia festosa dei tuoi occhi che guardano l’obiettivo; la femminile vanità che si intuisce nello scegliere tu il colore di smalto più alla moda e il mascara più efficace. Fa orrore, pensare che questa vitalità sia stata bruciata da un atto di violenza sintetico e brutale.


È angosciante concludere, senza capire e senza potersi dare una risposta, riflettendo sull’aspetto misterioso del destino - del tuo destino, cara povera Melissa - che, per una sorta di corto circuito, ha reso contigua e sovrapposta alla tua vita, bella e onesta, la volontà di morte di un immondo, vile, massacratore di anime giovani.

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