Il Consiglio regionale della Basilicata, a pochissimi giorni dal Natale, si auto-regala un vitalizio modificando il trattamento previdenziale dei suoi ex componenti che consente di introdurre una pensioncina da circa 600 euro al mese al compimento dei 65 anni, a fronte del versamento di 570 euro di contributi al mese per i 5 anni di mandato. Tutto merito di una generosa integrazione del monte contributivo, a carico delle casse del parlamentino lucano, per circa 1.400 euro al mese per ognuno dei consiglieri. La norma in questione, tra l'altro, è stata resa retroattiva e così ai consiglieri eletti vengono riconosciuti ogni mese 5.940 euro, più 4.500 euro di rimborsi e fino a 2.430 euro aggiuntivi, in base alla funzione ricoperta.
Quest'ultimo passaggio, in particolare, è avvenuto mettendo mano al contributo di solidarietà introdotto nel 2017 (in ossequio al principio declamato del "contenimento dei costi della politica") e finanziato con la decurtazione del 10% della indennità base da 6.500 euro mensili dei membri del Consiglio della Basilicata a favore di un fondo per finalità sociali, quali il sostegno a persone "in condizioni di disagio o di esclusione sociale, pazienti affetti da patologie temporaneamente e/o permanentemente invalidanti e/o in fase terminale, persone affette da dipendenze, donne con minori". Dall'entrata in vigore della nuova norma, quindi, i consiglieri in carica (ed ex) avranno 90 giorni di tempo per rientrare in possesso della propria trattenuta non spesa. Insomma: una solidarietà sì, ma verso se stessi. Per un Natale dal sapore diametralmente opposto a quello raccontato da Charles Dickens poco meno di due secoli fa.
Oltre al merito, anche il metodo è stato fortemente contestato: la discussione in aula per approvare l'emendamento presentato all’ultimo minuto al disegno di legge collegato al bilancio regionale è stata infatti contingentata. Per salvare le forme poi è stato approvato all'unanimità un ordine del giorno che, su richiesta di Movimento 5 Stelle e civici cattolici, dovrebbe far salvi gli aiuti assegnati nei mesi scorsi – ma non ancora trasferiti – a favore della popolazione di Gaza. La maggioranza locale di centrodestra, allargata ai centristi di Italia Viva e Azione, si è giustificata dicendo che "si tratta di una scelta di civiltà e trasparenza, che mette fine a possibili privilegi e automatismi. Non è un privilegio, né una forzatura: è un doveroso adeguamento alle regole". Durissima, invece, la reazione dei sindacati, con la Cgil che ha già annunciato un presidio di protesta davanti al Consiglio regionale in occasione della prossima seduta.