Da Renzi a Casaleggio tutti scaricano Bersani

Notizie dall'alleanza impossibile. Quella tra Pdl e M5S. Renzi è scettico e Casaleggio minaccia di andarsene. Insomma, questo matrimonio non s'ha da fare.
Il sindaco di Firenze parla a Che tempo che fa e non dice cose destinate a galvanizzare il popolo del Pd, che ne avrebbe bisogno Dio sa quanto. Cose come: «Tutto il Pd ha detto: vai avanti Bersani con gli otto punti. Io non sono molto ottimista ma spero che ce la faccia». Cose come: «Se non ci sarà il governo Bersani mi sembra naturale che sia giocoforza che si torni a votare». Cose come: «Sarebbe un errore cercare di acquisire il consenso (del M5S, ndr) con uno scambio di poltrone», perché è sciocco «considerare quello di Grillo un partito come tutti gli altri». Peggio: «Non vorrei che lo scilipotismo diventasse la caccia al grillino: adotta un grillino che passa, perché lo abbiamo contestato quando lo facevano altri». Cose come: «Agli italiani non possiamo dire “diamo una presidenza di commissione”, bensì “capiamo che vi siete rotti le scatole, cambiamo noi rotta”».
Insomma, un Renzi quasi più grillino di un Cinque Stelle. Che consiglia a Bersani di aggiungere agli otto punti l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, perché così «non farebbe alcun atto di demagogia ma di serietà. Si ristabilirebbe una sintonia con il Paese». Che non vuole giocare al gioco del «se»: «Se fossi stato io il candidato premier? È insopportabile viver di rimpianti. A Firenze si dice: se mia nonna avesse le ruote sarebbe un carretto. Come Pd, certo, avremmo potuto dire cose con più forza che avrebbero sgonfiato sia Pdl che Movimento 5 stelle». Ciò non toglie che una stilettata al regolamento delle primarie il sindaco gigliato la riserva. «La prossima volta le facciamo aperte».
Insomma, Renzi non si iscrive a quella corrente del Pd che spasima per un sì a cinque stelle. Contrariamente a quei sei intellettuali di sinistra tra cui Remo Bodei che ieri hanno firmato su Repubblica un appello a Grillo perché accetti la strana alleanza. Un grido strappalacrime che cade nel vuoto. Addirittura Gian Roberto Casaleggio, secondo quanto riferisce il neosenatore Roberto Cotti, «ha detto che se decidessimo di dare l'appoggio a qualche partito, lui lascerebbe il M5S». Quanto a Grillo, è sferzante contro l'appello degli intellettuali: «Quando il pdmenoelle chiama, l'intellettuale risponde. Sempre! In fila per sei con il resto di due. Cosa sarebbe infatti un appello senza una lista di intellettuali che fanno a gara per essere primi firmatari?».
Intanto oggi è il giorno della seconda marcia su Roma dei neo parlamentari del M5S. Si svolgerà infatti il secondo conclave in vista dell'insediamento delle Camere del 15 marzo. Una sorta di esercitazione di parlamentarismo in salsa movimentista.

Più prosaicamente per molti del 163 principianti del Palazzo sarà l'occasione per trovare una soluzione immobiliare al futuro soggiorno romano. Annunci, tam tam, case condivise, traslochi con la station wagon, divani. E una richiesta di tregua alla stampa firmata Roberta Lombardi, capogruppo alla Camera: «Per fare interviste di tempo ce ne sarà».

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