Più Renzi per tutti. Tanto. Troppo. Nel giorno in cui il premier fa l'ennesima comparsata televisiva da Corrado Formigli a Piazza Pulita, su La7 (e oggi sarà ancora su La7 da Mentana con Silvio Berlusconi e il grillino Alessandro Di Battista), l'Agcom bacchetta quattro testate televisive per l'eccessivo spazio dato al «sindaco d'Italia» in questa campagna elettorale. Sotto il mirino dell'authority per le comunicazioni finiscono proprio La7 (ma va?), e poi Rainews, Skytg24 e Tg3, che dai dati emersi dal monitoraggio del periodo dal 10 al 16 maggio sono risultate un po' troppo renziane e dovranno riequilibrare. Un po' tardi, forse.
Anche perché, come detto, in serata ecco spuntare ancora una volta Renzi in tv, poche ore prima dell'atteso show di Beppe Grillo da Vespa. Ed è proprio il capopopolo genovese l'ossessione del premier, il convitato di pietra di ogni sua frase. A partire dalla «lupara bianca» evocata da Grillo poche ore prima per chi fallirà alle urne. «Credo - attacca Renzi - che dovremmo abituarci a un linguaggio più serio. I morti di lupara bianca esigono rispetto e credo che la politica dovrebbe riprendere il significato delle parole. Può sembrare un fatto morale, ma citare Hitler, la peste rossa, la lupara bianca... È un linguaggio che non è il nostro». Anche se pure Renzi ha usato una parola forte: buffoni. «Chi sono i buffoni? C'è un lungo elenco. Io non ho il problema di far vincere il mio partito contro quello degli altri, ma mi interessa solo che l'Italia esca dalla crisi. Se uscisse con un altro partito, sarebbe lo stesso. Ho sempre avuto rispetto per chi votava nel centrodestra e anzi dicevo che bisognava convincerli, non insultarli. Ma mi preoccupa come viene vista l'Italia in Europa, perché la credibilità di Forza Italia e M5S non è all'altezza delle aspettative che l'Italia suscita». Poi Renzi cerca di mettere pressione su Grillo, ammettendo che nel febbraio 2013 il M5S fu il vincitore morale della tornata elettorale e garantisce: «Adesso il risultato va rovesciato, noi stiamo cercando di superare Grillo». E si pone un obiettivo piuttosto fumoso: «Non considero le europee un voto politico, considero un risultato positivo quello che mi consente di andare in Europa e dire che l'Italia è tornata, che non sta a guardare, che non si fa fare la morale da quei Paesi che non rispettano le regole dell'Europa».
L'Europa in salsa italiana era stata anche la protagonista della prima parte della giornata di Renzi, quella dedicata all'incontro con il collega polacco Donald Tusk. «L'Europa - dice Renzi ai giornalisti dopo il bilaterale - dopo il 26 maggio andrà cambiata perché negli ultimi anni si è dimostrata lontana dai cittadini. Ma riesce a cambiarla chi governa, non chi urla; chi propone, non chi insulta». E poi il proclama: «Sono convinto che dal 26 maggio l'Italia sarà più protagonista in Europa». Come? «L'Italia vuole fare bella figura in Europa, essere rispettata, così come l'Italia rispetta».
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