Matteo Renzi (complimenti al vincitore) è il più furbo di tutti e getta acqua sul fuoco minimizzando un trionfo. Angelino Alfano, che furbo non è, si esalta invece per una sconfitta spacciata per un successo. Fa il duro, Alfano, con Forza Italia («quando sono pronti mi telefonino»), fa l'arrogante con Renzi («siamo un pilastro, il suo non è un governo monocolore»). Urge che qualcuno alzi sì la cornetta, ma per spiegargli che, al netto del decisivo contributo di Casini (almeno l'uno per cento), il Nuovo Centrodestra si è fermato sotto il tre. Un risultato inferiore a quello degli eroici Fratelli d'Italia, dei comunisti salottieri di Tsipras, meno della metà dei voti della Lega di un ottimo Salvini. In una seconda telefonata lo si potrebbe mettere davanti a un'altra amara realtà. Il governo, in effetti, non è monocolore puro: sul rosso sgargiante del Pd al 40 per cento c'è una macchiolina neppure visibile ad occhio nudo, quella appunto dell'Ndc.
Capiamo l'imbarazzo. Ci saremmo aspettati non dico un mea culpa, ma almeno una autocritica per aver inutilmente mutilato Forza Italia. Riflessioni serie sul passato e, ancora di più, sul futuro. Per esempio, in una terza telefonata, affrontare il tema che il centrodestra non può che ripartire dal 17 per cento di Forza Italia e da Silvio Berlusconi. Il quale non ha alcuna intenzione di disarmare («ripartirò anche questa volta») o di dare il via libera a Renzi su riforme non condivise. Il trionfo di Renzi resta infatti fuori dal Parlamento italiano, dove le riforme o le fanno Pd e Forza Italia, o non vedranno la luce.
Errori e orrori, nel centrodestra, in questi anni non sono mancati, questo è vero. Ma lo zoccolo duro resiste e il calo di voti complessivo più che a esodi verso lidi ostili e innaturali è dovuto a chi si è ritirato nell'astensionismo. Si pagano gli inciuci (prima Monti, poi Letta, ora Renzi a corrente alterna). Per questi elettori non c'è Renzi o Grillo che tenga. Sono liberali, aspettano chiarezza su programmi e obiettivi. Pretendono che torni l'unità dentro rapporti di forza ed equilibri non decisi a tavolino ma dagli elettori. Se è il caso, passando anche attraverso primarie per la leadership dall'esito peraltro scontato se vi parteciperà Berlusconi (Dio ci scampi da una nuova guerra sotterranea e logorante tra i due candidati più votati, Fitto al Sud e Toti al Nord).
Forza Italia è il perno, ma da sola non può farcela (non ce l'avrebbe fatta neppure ai tempi d'oro). Fratelli d'Italia e Ncd da soli sono inutili sia come alternativa sia come stampelle alla sinistra. Più che una telefonata, urge una teleconferenza.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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